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29. 03. 2024 14:58

Il paradosso dei toelettatori, il presidente di Acad: «Considerati come i parrucchieri»

«Nell’ultimo Dpcm, veniamo accorpati a quelle attività a rischio di contagio medio alto»

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Il paradosso dei toelettator
Il paradosso dei toelettator

Mentre in alcune regioni è stato dato il via libera alla riapertura dei negozi dedicati alla cura degli animali, in Lombardia sembra ancora tutto fermo. I toelettarori sono rimasti vittime della grande macchina burocratica italiana: da un punto di vista giuridico, si trovano raggruppati nel codice Ateco relativo ai servizi alla persona, ovvero lo stesso di cui fanno parte parrucchieri ed estetisti.

 

 

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Il paradosso dei toelettatori

«Viviamo un paradosso – racconta Giovanni D’Adda, presidente di Acad, l’Associazione dei commercianti di animali domestici –. Siamo toelettatori, i nostri clienti ci lasciano il proprio cane all’ingresso e lo vengono a riprendere a fine trattamento. Facciamo un lavoro a contatto con degli animali, i quali non contraggono il virus».

Risposte cercasi. Acad, come le altre associazioni di toeletattori sparse sul territorio nazionale, vorrebbe una revisione del codice, ma lo stesso decreto sembra perpetrare l’errore: «Nell’ultimo Dpcm, veniamo accorpati a quelle attività a rischio di contagio medio alto. Eppure lo stesso testo apre la possibilità alla deroga su ordinanza del Mise, della Regione o della Prefettura». Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Friuli e Puglia hanno già sfruttato le competenze in loro potere per garantire la ripartenza delle attività dedicate agli amici a quattro zampe già a partire dal 4 maggio. Da Regione Lombardia, invece, le risposte continuano a tardare. «Ho mandato alcune mail a Fontana, il quale ha risposto che faranno il possibile – aggiunge D’Adda –, mentre ho avuto modo di incontrare Gallera che mi ha spiegato di aver le mani legate nei confronti di Roma».

Settore a rischio. E non c’è troppo tempo da perdere. Il settore, perlopiù composto da piccoli imprenditori, rischia il tracollo: «Il nostro è un lavoro prettamente stagionale, lavoriamo da marzo ad ottobre. Per ogni mese che restiamo chiusi, ogni attività spende intorno ai 2.000 euro senza incassare nulla». Gli affitti e le varie utenze, infatti, non sono state sospese e i toelettatori si sono ritrovati ad impegnare i propri risparmi solo per far fronte a queste uscite. «Circa il 25% della categoria non ha ancora ricevuto il bonus da 600 euro – conclude il presidente di Acad – ed i prestiti richiesti in questo periodo rappresentano per noi un ulteriore sovraindebitamento. Secondo una nostra indagine interna, il 50% delle attività non riuscirà a partire se si protrarrà ancora la chiusura».

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