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24. 03. 2023 12:40

51 anni di Woodstock: era il 15 agosto del 1969

Ricorre l'anniversario del palco che ospitò alcuni dei più grandi nomi della musica del ventesimo secolo: Johnny Winter, i Jefferson Airplane, Janis Joplin & The Kozmic Blues Band...

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Quest’anno il Festival di Woodstock spegne le candeline con tanta malinconia. Nel ’69 gli spettatori stimati per le tre giornate di pace e musica rock sfiorarono infatti il mezzo milione di presenze. Numeri incredibili e ai quali oggi pensiamo con grande nostalgia, tenendo conto della grave emergenza in corso.

51 anni di Woodstock: era il 15 agosto del 1969

Nella piccola città di Bethel, nello stato di New York, dal 15 al 18 agosto del 1969 ebbe luogo il più iconico festival musicale del ventesimo secolo, un evento che, insieme all’allunaggio della missione Apollo 11, ha impresso una fotografia indelebile dell’anno che anticipava l’ingresso nei Settanta.

Il palco. Il Festival di Woodstock, pensato inizialmente come un semplice festival provinciale, inaspettatamente accolse un gran folla di giovani e vide salire sul palco 32 tra i più influenti artisti del tempo: Jimi Hendrix, Santana, The Who, Joan Baez per citarne alcuni. Fu un evento speciale e insolito, anche nella stessa programmazione che si trascinò un giorno oltre la data stabilita (il 17 agosto), questo perché Hendrix, ottenuto il tanto desiderato ultimo posto nella scaletta, non salì sul palco fino alle 9.00 del mattino seguente. La performance fu la più lunga della sue carriera: ben due ore di esibizione.

Secoli a confronto. Oltre al grande valore delle performance dei mostri sacri della musica del ventesimo secolo, il Festival di Woodstock è ad oggi ricordato come una delle vetrine più lampanti della cultura hippie, un festival di musica e di pace condito dal largo uso di Cannabis e LSD. L’esperienza di Woodstock fu il risultato derivato dalla Summer of love del ’67, sommata a quelle che, per gli Stati Uniti, erano questioni calde e in fervente aggiornamento: l’opposizione alla guerra in Vietnam, la lotta per i diritti civili e l’impegno della controcultura per la liberazione sessuale e la sperimentazione di sostanze stupefacenti. Un pensiero sorge spontaneo: la pandemia, la lotta per la parità di genere, l’abolizione degli stereotipi di genere. E ancora i cambiamenti climatici, le migrazioni, le guerre. La musica riuscirà ancora a tirare le somme di un secolo di inesorabili lotte e cambiamenti?

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