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28. 03. 2024 22:31

L’allarme dell’Ats: «Se a Milano si superano i 100 contagi al giorno, la nostra capacità di reazione andrà in crisi»

Con l'aumento dei contagi il sistema sanitario milanese potrebbe entrare in crisi: i motivi

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L’Ats milanese lancia l’allarme: bisogna assolutamente evitare di superare la soglia di 100 contagi al giorno in città, altrimenti il sistema sanitario potrebbe andare in crisi. A tal fine la riapertura delle scuole sta destando preoccupazione, in quanto tra le classi potrebbero scoppiare nuovi focolai.

Mantenere alta l’attenzione

«È importante che si mantenga alta l’attenzione sui comportamenti individuali che hanno rallentato la crescita di Covid-19 – spiega il direttore dell’Ats Vittorio Demicheli – finché stiamo sotto 100 casi al giorno, il che vuol dire circa un migliaio di persone da coinvolgere, tra interviste, contatti personali e di lavoro, il sistema non accumula ritardi». La curva epidemica di Milano dimostra infatti che «man mano che la vita riprende regolarità, anche i contagi riprendono fiato».

Durante il convegno sulla sanità milanese andato in scena ieri, i sindacati hanno chiesto al sindaco Sala di incrementare i presidi ospedalieri sul territorio. Solo nel milanese si concentrano circa la metà di tutti i contagi della Lombardia, ed ormai quella tanto temuta “soglia 100” sembra a portata di mano.

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Tra i vari nodi da risolvere c’è anche quello delle Usca, Unità speciali di continuità assistenziale per la cura a domicilio dei contagiati, le quali al momento sono solo 32: un numero insufficiente per coprire un territorio con oltre 3 milioni di abitanti. Tuttavia un incremento dei presidi sembra difficile proprio per la mancanza di personale.

«È difficile assumere professionisti – ribadisce Demicheli – le graduatorie sono esaurite e ai concorsi per dirigenti medici si presentano meno candidati rispetto ai posti. Non riusciremo a surrogare queste carenze nell’arco di pochi mesi».

Il sistema sanitario potrebbe entrare in crisi in breve tempo

Inoltre in questo periodo il sistema sanitario è messo particolarmente sotto pressione dal rientro dei vacanzieri, che tradotto significa oltre 40.000 persone da sottoporre a tampone. La preoccupazione più grande riguarderà poi l’autunno con l’arrivo dell’epidemia influenzale. Dal 15 ottobre partono le vaccinazioni per i soggetti più fragili, ma saranno sufficienti a scongiurare il pericolo? «L’idea che vaccinando contro l’influenza si semplifichi la diagnosi del Covid – avverte Demicheli – credo sia una speranza ottimistica».

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