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25. 04. 2024 16:11

Area B, l’intervento dei Verdi: «Ecco perché solo i divieti non funzionano»

Francesca Cucchiara, esponente della lista in Consiglio Comunale della lista, torna sul tema di Area B

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Un tema caldo a Milano è il futuro di Area B. Tempo che diventa al presente dato l’avvio delle restrizioni scattate con l’inizio del mese di ottobre. Sul tema sono intervenuti anche i Verdi milanesi nella voce di Francesca Cucchiara, esponente della lista in Consiglio Comunale, che ha voluto precisare quanto avevamo riportato nei giorni scorsi (il post è visibile sotto): «Nei giorni della campagna elettorale abbiamo tanto parlato dell’importanza di coniugare giustizia climatica e giustizia sociale […]. Riportando a terra il concetto e applicandolo nel tanto discusso caso di Area B, credo significhi questo: capire come rendere quella che oggi è una misura “necessaria pur con tutte le sue storture”, una misura “necessaria, efficace e socialmente accettabile”», si legge sul suo profilo Instagram.

I Verdi su Area B: «Servono soluzioni alternative»

Continua Cucchiara: «Parto però da un dato di fatto, e cioè che ridurre il traffico veicolare è un provvedimento irrimandabile e di vitale importanza, e il motivo è semplice: di smog si muore. Secondo delle ricerche condotte dall’Università degli studi di Milano ogni anno in città sono circa 1500 le persone che in perdono la vita per l’esposizione a concentrazioni di biossido di azoto (NO2) che è di molto oltre la soglia indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità (41,6 μg/m3 rispetto al limite di 20 μg/m3). Al netto di questo è evidente che nel sistema Area B ci siano delle cose che non vanno. Anzitutto i divieti sono stati gestiti male, con poca informazione dei cittadini (che sono dovuti ricorrere al passaparola per capire cosa fare), mentre deroghe del Move In sono concesse a tutti indiscriminatamente. Piuttosto che consentire un liberi tutti (che non risolve affatto il problema del traffico) noi Verdi crediamo sia più giusto introdurre una differenziazione, in modo da venire incontro a coloro che sono realmente in difficoltà. Ad esempio, coloro che ne hanno bisogno per particolari esigenze lavorative (penso a chi quotidianamente deve trasportare attrezzi e strumenti pesanti) o chi vive in aree non sufficientemente coperte da TPL, per i quali i quali lasciare a casa la macchina significa imbarcarsi in traversate improponibili con tutti i disagi che ne derivano».

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«Ad ogni modo – prosegue Francesca Cucchiara -, la sola modifica delle deroghe comunque non basta, piuttosto la vera soluzione è dare alle persone le alternative che consentono di fare a meno anche di queste. Per questo sono indispensabili misure per aumentare l’offerta dei parcheggi di interscambio (banalmente risolvere il problema del parcheggio di Lampugnano che paradossalmente si trova all’interno di area B!), rafforzare la rete dei mezzi pubblici e l’offerta di car sharing, nonché la costruzione di nuove piste ciclabili. Tutte cose che gli ecologisti chiedono da tempo e che spesso, come nel noto caso della Ghisolfa, richiedono la mobilitazione dei cittadini perché siano realmente prese in considerazione). Su questo tema il Comune può senz’altro fare di più ma sicuramente non può risolvere il problema in autonomia. Occorre invece una collaborazione più ampia, proprio perché la mancanza di alternative e possibilità è maggiore al di fuori della città. Di conseguenza, è necessario intervenire a livello della Città Metropolitana, ma ancor di più a livello regionale (sempre se da quelle parti la smettano di fare polemica sterile e comincino davvero a ragionare su come rafforzare il TPL). In sostanza non credo si possa ridurre il tutto a un mero “sì” o “no”, ma prendere atto che un intervento in questo senso era assolutamente necessario (lo era già da tempo), ma che in ogni caso non può rimanere una misura che ricade sulle spalle dei ceti sociali più fragili, per chi vive ai margini della città, ai quali dobbiamo dare risposte e soluzioni. Perché l’obiettivo è sempre lo stesso: una transizione ecologica che non lasci indietro nessunə», conclude Cucchiara su Instagram.

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