Lunedì mattina, all’alba, è scattata una vasta operazione della polizia, arresti tra i capi ultras di Inter e Milan, 19 esponenti di spicco delle curve Nord e Sud del Meazza sono finiti sotto la custodia delle forze dell’ordine. Tra i fermati, figurano diversi leader dei gruppi che animano il secondo anello verde e blu dello stadio di San Siro. L’operazione, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Milano, rappresenta un durissimo colpo al mondo del tifo organizzato, che da anni sembra essersi intrecciato con dinamiche criminali.
Arresti tra i capi ultras di Inter e Milan: le accuse e gli sviluppi dell’indagine
L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano si concentra su un doppio intreccio criminale legato alle due curve dello stadio, che avrebbero operato in autonomia, ma anche in sinergia, per spartirsi un ricco giro d’affari. Al centro delle accuse ci sarebbero attività illecite che spaziavano dalla rivendita di biglietti a prezzi maggiorati alla gestione abusiva di parcheggi, passando per la vendita di merchandising e bibite all’interno dello stadio.
Le curve Nord e Sud, storicamente rivali sul campo e sugli spalti, avrebbero trovato un accordo tacito per spartirsi i guadagni derivanti dal controllo di queste attività, in un clima di “pace” che avrebbe favorito gli affari. L’accusa più grave è quella di associazione per delinquere con l’aggravante del metodo mafioso, a cui si aggiungono reati di estorsione e lesioni.
Gli arresti hanno colpito 16 persone finite in carcere e 3 agli arresti domiciliari, tutte riconducibili alle frange ultras delle due tifoserie. La polizia ha sottolineato come il giro d’affari fosse strettamente legato al contesto calcistico, con forti pressioni sulle società sportive per ottenere privilegi e vantaggi.
Arresti tra i capi ultras di Inter e Milan: i principali arrestati e i volti noti delle curve
Tra gli arrestati, spiccano alcuni nomi ben noti nel mondo degli ultras. Sul versante rossonero, i fratelli Francesco e Luca Lucci, leader storici della curva Sud, sono finiti nuovamente nel mirino delle forze dell’ordine. A loro si aggiunge Islam Hagag, conosciuto come “Alex Cologno”, già condannato per un violento pestaggio avvenuto fuori dal Meazza. Tra i fermati, anche Alessandro Sticco, soprannominato “Shrek”, e Christian Rosiello, coinvolto in episodi di violenza, tra cui il pestaggio di Cristian Iovino, noto personal trainer dei vip.
Sul fronte nerazzurro, invece, a cadere nella rete della polizia è stato Marco Ferdico, uno dei volti più noti della curva Nord dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, ex leader degli ultras interisti. Al suo fianco sono stati arrestati anche suo padre Gianfranco Ferdico, il “lanciacori” Mauro Nepi, e il fondatore degli Old Fans, Renato Bosetti, noto nell’ambiente come “Renatone”. Tutti questi arresti hanno di fatto decapitato le due curve, che per anni hanno esercitato un forte controllo sullo stadio e sui tifosi.
Arresti tra i capi ultras di Inter e Milan: gli affari delle curve tra violenza e criminalità
L’inchiesta della squadra mobile di Milano ha rivelato un quadro inquietante, in cui il tifo organizzato è diventato il terreno fertile per attività criminali. Le curve non si limitavano a sostenere le proprie squadre, ma agivano come vere e proprie organizzazioni dedite al controllo di numerosi settori. In particolare, la curva Nord dell’Inter avrebbe stretto legami sempre più forti con la ‘ndrangheta, come confermato da alcune testimonianze raccolte nel corso dell’indagine.
Uno degli episodi più eclatanti che dimostra questo legame riguarda l’omicidio di Totò Bellocco, ucciso a Cernusco lo scorso settembre. Bellocco, erede di una nota famiglia di ‘ndrangheta, era sempre più vicino alla curva Nord e i suoi interessi sui parcheggi intorno a San Siro lo avrebbero messo in rotta di collisione con altri esponenti della curva. L’assassino confesso, Andrea “Berro” Beretta, storico capo ultras nerazzurro, avrebbe deciso di uccidere Bellocco per evitare di diventare lui stesso il bersaglio di un regolamento di conti.
La polizia ritiene che la curva Nord fosse ormai diventata un vero e proprio centro di interessi per la malavita organizzata, che puntava a sfruttare il tifo per i propri affari. La curva, già sotto pressione dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi avvenuto nel 2022, aveva cercato di riorganizzarsi cambiando nome e struttura interna, ma l’arresto di numerosi esponenti, tra cui lo stesso Berro, ha di fatto azzerato la leadership.
Arresti tra i capi ultras di Inter e Milan: la curva Sud e il potere dei fratelli Lucci
Sul fronte milanista, la curva Sud ha da anni un leader indiscusso: Luca Lucci, figura di spicco nel mondo ultras rossonero. Il suo nome è già emerso in passato in relazione a indagini sul traffico di droga e episodi di violenza. Celebre è la foto che lo ritrae a una festa del Milan mentre stringe la mano all’allora ministro Matteo Salvin*, una scena che suscitò non poche polemiche.
Negli ultimi tempi, la curva Sud è stata protagonista di numerosi episodi violenti, tra cui il pestaggio avvenuto a Motta Visconti nell’aprile scorso, dove un uomo venne brutalmente picchiato da un gruppo di ultras rossoneri. La polizia ritiene che questi episodi siano solo la punta dell’iceberg di un fenomeno più ampio, in cui la curva non si limitava a sostenere la squadra, ma gestiva veri e propri affari illeciti all’interno e all’esterno dello stadio.
Le implicazioni per il calcio italiano
L’arresto dei leader delle curve Nord e Sud del Meazza rappresenta un punto di svolta per il calcio italiano e per la gestione del tifo organizzato. Da anni si parla dei rapporti tra il mondo ultras e la criminalità organizzata, ma le operazioni delle forze dell’ordine si sono spesso scontrate con l’omertà e la difficoltà di penetrare in questi ambienti. L’operazione di lunedì potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase, in cui la giustizia cerca di smantellare le strutture criminali che operano sotto la maschera del tifo.
Le società sportive, da parte loro, sono chiamate a prendere posizione. Nonostante l’inchiesta abbia dimostrato come le curve esercitassero pressioni per ottenere privilegi e vantaggi, l’operazione della polizia potrebbe rappresentare un’opportunità per le squadre di prendere le distanze dalle frange violente del tifo e instaurare un rapporto più sano con i propri sostenitori.