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23. 04. 2024 22:19

Case popolari, 10.000 alloggi in più e una nuova strategia in favore dei lavoratori dal reddito fragile

Non sono solo parole: è stato già messo tutto nero su bianco in un documento di 133 pagine

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Buone notizie per chi vive nelle case popolari ma soprattutto per chi punta ad averne una dove vivere: l’assessore Pierfrancesco Maran ha infatti elaborato una strategia per gestirle, metterne altre 10.000 entro dieci anni ma soprattutto riservare affitti calmierati in favore dei cosiddetti lavoratori dal reddito fragile, per riportare il tema dell’abitare al centro dell’iniziativa pubblica.

Case popolari, la stategia

Non sono solo parole: è stato già messo tutto nero su bianco in un documento di 133 pagine che verrà illustrato lunedì al Forum dell’Abitare. Dopo l’approvazione in Consiglio comunale, sarà il momento degli interventi esecutivi da parte del governo cittadino. Maran nei giorni scorsi aveva presentato un’operazione pilota per riservare una quota di alloggi ai lavoratori a basso reddito.

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Case popolari, le parole di Maran

«A Milano oltre il 10% della popolazione vive in case pubbliche, un dato straordinario se pensiamo che nessuna altra città raggiunge la metà dell’offerta. Tuttavia questo patrimonio, in parte di proprietà del Comune, in parte della Regione, è spesso fatiscente e causa un disavanzo strutturale dal punto di vista finanziario anche perché non riceve sussidi pubblici per la sua gestione. Infatti il Comune integra a queste risorse circa 100 milioni l’anno. Sul fronte regionale, negli ultimi 20 anni la leva principale di finanziamento è stata la cessione di patrimonio che ne ha portato, nella Città metropolitana, la progressiva riduzione da 100 mila a 70 mila unità immobiliari di proprietà Aler».

Case popolari, numeri

L’obiettivo, entro il 2030, è passare da 22 mila a 25 mila unità abitative realmente fruite, offrendo 10 mila nuovi alloggi di edilizia residenziale sociale, anche utilizzando aree conferite dal Comune stesso e il patrimonio abitativo inutilizzato e da ristrutturare e di rigenerare aree pubbliche in Lombardia in sinergia con altri enti pubblici, al fine di attivare una strategia a scala metropolitana.

Non solo case popolari

Comprare casa a Milano è diventato praticamente impossibile per una persona “normale”. Da anni il problema è noto, con affitti e mutui che hanno raggiunto cifre astronomiche. A parte il caso dell’ormai famosa bidella napoletana, molti hanno smesso di fare salti mortali per arrivare a fine mese pur di vivere nel capoluogo lombardo. Tra questi, da oggi c’è anche Selvaggia Lucarelli, non esattamente una senzatetto, che in un lungo post su Facebook si è sfogata.

«Vivo Milano da quattordici anni, sono in affitto e non comprerò casa a Milano. É una conclusione amara, sulla scia di un disamoramento graduale e malinconico, di quelli da matrimonio sfibrato, in cui vuoi ancora bene a qualcuno, ma non lo ami più. Ecco, io voglio bene a Milano, ma l’incanto è finito. Non so bene quale sia stato il punto di rottura, forse il giorno in cui mi sono ritrovata con un genitore anziano costretto a trasferirsi qui e ho fatto i conti con quello che significa iniziare una vita in questa città partendo da zero».

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