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19. 09. 2024 13:53

Cavo teso in viale Toscana, le motivazioni della sentenza: Alex Baiocco e il «piacere perverso del branco»

Il principale responsabile è stato condannato a 3 anni di reclusione e ha dimostrato «un sincero pentimento»

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«Il fine ultimo di divertirsi» espresso dai due giovani arrestati lo scorso gennaio per avere teso un cavo d’acciaio ad altezza uomo in viale Toscana a Milano insieme a un terzo complice minorenne, «non poteva che connettersi al perverso piacere, tipico del branco, di danneggiare gratuitamente il prossimo attraverso quanto meno (posto che ben più gravi potevano essere le conseguenze) l’interruzione della circolazione». E’ questo uno dei passaggi delle motivazioni della sentenza con cui il gup milanese Sonia Mancini ha condannato il 24enne Alex Baiocco a 3 anni di reclusione nel processo con il rito abbreviato.

Alex Baiocco condannato a 3 anni: le motivazioni della sentenza

Il giudice evidenzia inoltre che il giovane «ha ammesso di aver preso consapevolezza dei rischi» derivanti da quel gesto, «rendendosi conto che qualcuno avrebbe potuto farsi del male o comunque che il passaggio potesse essere impedito», al punto che aveva pensato di tornare indietro e rimuovere il cavo, salvo poi cambiare idea «per paura di essere scoperto». Un aspetto, questo, che dimostra la «piena consapevolezza delle implicazioni e possibili conseguenze del gesto».

Riconoscendogli le attenuanti generiche, il gup evidenzia poi anche «un sincero pentimento» per quanto accaduto. Il 24enne al momento si trova ai domiciliari, mentre il complice di 18 anni Michele Di Rosa, che aveva patteggiato a 2 anni e 6 mesi, è tornato libero lo scorso maggio dopo la revoca della misura cautelare.

I due erano stati accusati entrambi di blocco stradale per aver teso il cavo, nella notte tra il 3 e il 4 gennaio scorsi, legando un estremo alla pensilina di un autobus e l’altro a un palo della segnaletica verticale.

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Alex Baiocco, dove eravamo rimasti (16 maggio 2024)

È stato condannato a tre anni di reclusione Alex Baiocco, uno dei tre giovani fermati per avere teso un cavo d’acciaio ad altezza d’uomo in viale Toscana a Milano nella notte tra il 3 e il 4 gennaio scorsi rischiando di provocare una tragedia. Lo ha deciso il gup Sonia Mancini, davanti al quale il 24enne è stato giudicato con il rito abbreviato. L’amico Michele Di Rosa, 18 anni, ha invece patteggiato 2 anni e 6 mesi.

Alex Baiocco condannato, la difesa chiede la scarcerazione

Entrambi i giovani, accusati di blocco stradale, nel corso dell’udienza hanno chiesto scusa per quel gesto che aveva fatto finire Baiocco in carcere e Di Rosa ai domiciliari. Il pm di Milano Enrico Pavone, che aveva chiesto per entrambi il rito immediato, aveva proposto per il 24enne una pena a tre anni quattro mesi. Per il terzo complice, 17enne, procede il Tribunale dei Minori. Dopo la decisione, l’avvocato Gaetano Giamboi, difensore di Di Rosa, ha chiesto la revoca della misura cautelare: «il ragazzo sta facendo un percorso – ha spiegato il legale – e ha dimostrato di voler cambiare. Grazie ai servizi sociali di Cologno Monzese, ha trovato un lavoro come pasticcere». La difesa di Baiocco ha chiesto invece la scarcerazione.

La ricostruzione

Il giovane, nella sua confessione in cui ha parlato di una «idea stupida» venuta perché si stavano annoiando, ha spiegato che la notte del 4 gennaio, quando attorno alle 2.00 i tre, che avevano bevuto, hanno tirato la fune, «eravamo molto scherzosi, continuavamo a ridere, io ho ritenuto di seguire il gruppo»: E poi quando «ci siamo resi conto che qualcuno ci osservava dalla finestra», ossia colui che poi ha chiamato le forze dell’ordine, «ci siamo spaventati e siamo corsi via. Questo è quello di cui io mi pento maggiormente perché mi sono reso conto che andava tolto il cavo dalla strada, ho detto ‘cavolo devo tornare indietro a togliere il cavo’».

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