Centri commerciali chiusi: gli effetti del coronavirus

L’ordinanza, attiva fino a dopodomani, prevede la chiusura dei negozi non alimentari nei grandi store. Allarme anche dai parchi divertimento. Leolandia: «Abbiamo a cuore la salute dei nostri ospiti, bambini»

centri commerciali
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Salvo ulteriori disposizioni dell’ultima ora, il prossimo sarà il primo weekend della storia di Milano con i negozi all’interno di centri commerciali e mercati chiusi.

 

Centri commerciali chiusi, l’ordinanza della Regione

L’ordinanza della Regione Lombardia anti-coronavirus riguarderà solo i punti vendita non alimentari, mentre resteranno aperti i supermercati all’interno delle strutture. Intanto, si sono già allargate le maglie dei divieti, con la possibilità per i bar di rimanere aperti anche dopo le 18.00, purché gli aperitivi siano serviti e consumati ai tavoli, evitando assembramenti. Sulle ordinanze noi valutiamo se c’è la necessità di prorogarle per una settimana, magari mitigandole, ha spiegato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.

Centri commerciali chiusi, momento difficile anche per i parchi

È crisi aperta anche per tutti i luoghi di divertimento per le famiglie. L’Associazione Parchi Permanenti Italiani (PPI), che raggruppa più di 230 parchi divertimento di carattere tematico, acquatico e faunistico, assicura sin d’ora l’adozione di tutte le misure straordinarie necessarie per fronteggiare l’emergenza legata alla diffusione del coronavirus.

In ottemperanza alle ordinanze emanate dalle Regioni coinvolte, le realtà interessate hanno già sospeso tutte le attività in corso, mentre l’Associazione è al lavoro per coordinare le azioni da intraprendere nei parchi la cui apertura, prevista nel corso delle prossime settimane, dovrà essere posticipata.

«Abbiamo a cuore la salute dei nostri ospiti, bambini, ragazzi e adulti – dichiara Giuseppe Ira, presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e del parco a tema Leolandia – per questo siamo perfettamente consci dell’emergenza e della necessità di adottare tutti i provvedimenti necessari a contenerla.

È tuttavia indubbio che la sospensione delle attività in corso per i parchi già aperti, la proroga delle aperture per i parchi ancora chiusi e l’annullamento di tutte le gite scolastiche stanno già avendo delle conseguenze gravi su tutto il comparto, specialmente in un periodo decisivo come quello primaverile che, con la Pasqua, rappresenta un terzo del fatturato dell’intera stagione.

Per questo abbiamo già chiesto il riconoscimento dello stato di crisi per l’intero settore, a prescindere dalla localizzazione dei singoli parchi».

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