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19. 04. 2024 20:05

Cpr Milano Corelli: un orrore invariato 

Una struttura dove l’umanità è dimenticata, le foto

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Il Cpr Milano Corelli è una struttura dove l’umanità è stata dimenticata, secondo la denuncia del senatore Gregorio De Falco. Quest’ultimo è tornato nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio a distanza di dodici mesi dall’ultima volta, ma la situazione trovata è stata agghiacciante secondo il suo racconto.

Cpr Milano Corelli, che cos’è e come funziona 

Il CPR Milano Corelli, acronimo per Centro di Permanenza per il Rimpatrio, è una struttura che serve per il trattenimento di stranieri, volto all’identificazione e all’eventuale successiva espulsione. A Milano è sito in Via Corelli. Un luogo di permanenza temporanea o perlomeno così dovrebbe essere: le lungaggini burocratiche, invece, portano le persone a trascorrere lunghi periodi in queste strutture, dove vengono gestiti come veri e propri detenuti, senza la garanzia di diritti. 

Cpr Milano Corelli, i bagni
Cpr Milano Corelli, i bagni

Perché si finisce in un Cpr 

In un CPR si finisce senza aver commesso reati, ma solo per illecito amministrativo: mancato rinnovo del permesso di soggiorno, perdita del lavoro, eccetera. Il trasferimento avviene in modo improvviso, con un fermo di una pattuglia della polizia o simili. E da lì iniziano le procedure, se il cittadino è irregolare, per la sua espulsione. Procedure che possono anche richiedere diversi mesi. All’interno del centro, sorvegliato al suo esterno dalla Polizia di Stato ma anche da Carabinieri, Esercito e Guardia di Finanza, la persona detenuta non può comunicare con l’esterno (viene infatti privata al suo arrivo del proprio telefono cellulare); la mensa non è conforme alle regole sanitarie (i cibi sono razionati ed è successo anche di razioni scadute); le condizioni igieniche sono scarse e non c’è assistenza sanitaria garantita.

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Cpr Milano Corelli,i bagni
Cpr Milano Corelli,i bagni

La denuncia del senatore De Falco 

Ad un anno di distanza dal precedente sopralluogo del giugno 2021 e dal dossier “Delle Pene senza delitti” e dei due esposti che ne erano seguiti, il senatore Gregorio De Falco, con la senatrice Simona Nocerino, è tornato ieri a sorpresa al CPR Milano Corelli per un sopralluogo di circa dieci ore: «Sono trascorsi dodici mesi, è subentrato un altro gestore privato, sono stati depositati due esposti alla Procura di Milano, ma ho dovuto constatare che tutto è rimasto invariato, se non aggravato dal fatto che sono stati ignorati gli appelli e le denunce che nel frattempo hanno confermato e comprovato abusi e violazioni del diritto alla difesa, alla comunicazione, alla salute delle persone migranti, detenute in condizioni ben peggiori di quelle carcerarie» le sue parole. 

Mancanza di trasparenza amministrativa

De Falco prosegue: «Il rifiuto oppostoci da parte del gestore – motivato da indicazioni ricevute in tal senso da Prefettura e Ministero – alla consegna della documentazione di pertinenza dei trattenuti ed in particolare il loro diario clinico (nonostante espressa delega di questi ultimi) nonché all’accesso di altra documentazione amministrativa (come l’attestazione della potabilità dell’acqua, a smentita dal divieto presente anche sui rubinetti dell’infermeria), non ha potuto nascondere l’approssimazione dell’organizzazione, e del controllo su di essa da parte delle autorità competenti. Questo, anche sulla gestione del pocket money, totalmente in mano del gestore stesso e di fatto inutilizzabile, se non per le sigarette, dai legittimi proprietari, con la conseguenza che possono acquistare cibo extra solo coloro che possiedono denaro proprio. Il tutto risulta assai lontano dalla necessaria trasparenza che deve avere un luogo nel quale si privano della libertà individuale persone per un mero illecito amministrativo, ovvero quello di essere prive di un permesso di soggiorno a causa di leggi  ormai  inadeguate che non offrono alternative alla clandestinità o che troppo facilmente conducono al ritorno alla stessa: gran parte dei trattenuti attualmente presenti nel centro è costituita da persone ben radicate sul territorio e con lunghi periodi di regolarità, che per un accidente hanno poi perso il permesso, spesso per aver preso il lavoro». 

Cpr Milano Corelli, le lenzuola
Cpr Milano Corelli, le lenzuola

Una struttura che ricorda un carcere 

«Ma quel che più impressiona – conclude il senatore De Falco – sono le condizioni di degrado ed abbandono del trattenimento, in una struttura e in condizioni quasi da 41bis, ed il numero di persone affette da patologie incompatibili con quella situazione (gravi disturbi psichiatrici, epilessia, sindromi ansioso-depressive con crisi di panico, tossicodipendenza)  ciononostante considerate “idonee”; mentre altri soggetti, entrati in salute, evidentemente non reggono al trauma. ll tutto nella persistente paura di una imminente deportazione, che peraltro il più delle volte non viene eseguita».

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