L’assessore Filippo Del Corno: «Cultura a Milano aperta ad agosto»

cultura a milano
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Tra rassegne teatrali, artistiche e cinematografiche, la cultura a Milano in agosto diventa l’ideale per chi non è mai sazio di iniziative e progetti. Ne abbiamo parlato con Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano, che a Mi-Tomorrow racconta come si svolgerà la stagione meneghina e la pluralità di eventi rivolti a chi rimarrà in città.

Assessore, quali sono gli eventi di punta, che proseguiranno in agosto?
«Siamo nel pieno svolgimento dell’Estate Sforzesca, un’edizione che ci sta regalando grandi soddisfazioni. Si tratta di una rassegna di teatro, musica e danza che ha luogo ogni sera, con una programmazione molto ampia, e che vede l’alternanza di linguaggi musicali molto diversi tra loro. È una splendida opportunità per i milanesi».

Qualche appuntamento da ricordare, all’interno della kermesse?
«Il 15 agosto, l’Estate Sforzesca prevederà un grande concerto di Ferragosto, con l’Orchestra Verdi. Un evento spettacolare gratuito, dedicato alla città. Il 25 agosto invece ci sarà la festa conclusiva, con un focus sulla sostenibilità ambientale. La manifestazione infatti quest’anno è “plastic free”».

Agosto sarà ricco anche di incontri legati al cinema e all’arte…
«Esatto, avremo le arene estive di Arianteo. Palazzo Reale ha invece una programmazione di mostre molto intensa. Tradizionalmente, proponiamo un filone dedicato all’arte italiana. In questo periodo estivo, viene organizzata una mostra dedicata ai Preraffaelliti. Proseguirà poi a pieno ritmo uno dei festival più importanti di musica antica e barocca: Milano arte e musica. Un’iniziativa che il 22 agosto vedrà lo svolgimento di un concerto di chiusura, nella Basilica di Santa Maria della Passione».

Il 2019 è l’anno di Leonardo. Anche l’estate celebrerà l’artista?
«Certo. Anche ad agosto, al Castello Sforzesco, si potrà visitare la mostra Leonardo mai visto. In questo modo scopriamo, attraverso un lavoro di restauro, il passaggio del genio nella nostra città».

Perché avete scelto di programmare iniziative così di rilievo proprio nei mesi estivi?
«È il modo migliore che abbiamo per rispondere a un’esigenza di offerta culturale che i milanesi hanno sempre, anche d’estate. Oltretutto sono numerosi i turisti, anche stranieri, che visitano la città a luglio e agosto. È chiaro che i visitatori, oltre a voler scoprire le bellezze di Milano, hanno la necessità di vivere un luogo culturalmente vivace. Perciò cerchiamo di offrire una programmazione ampia, con una quotidianità di iniziative».

Nel corso degli anni, come è cambiata Milano in estate?
«È una città sempre più movimentata e vivace. Sono cambiati i cicli di ferie: una volta in estate si svuotava completamente, ora i tempi di permanenza qui sono maggiori. E la città deve rispondere di conseguenza. Da parte nostra, occorre essere attenti a non abbassare mai la qualità, con proposte consistenti. L’estate non è un periodo di ripiego. E diventa oltretutto il momento in cui conoscere altri spazi. Ad esempio, il festival Da vicino nessuno è normale, che va avanti fino a fine luglio, abita luoghi della città non tradizionali, perché il teatro va in scena all’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini».

Le istituzioni come rispondono a questa esigenza di cultura?
«Le istituzioni teatrali prolungano sempre più la loro programmazione. Se un tempo ci si fermava a maggio, ora si tende ad andare avanti quanto meno fino al mese di luglio. Ne è un esempio il Teatro alla Scala. E tutte le istituzioni civiche hanno una attenzione all’estate. Il Mudec sarà caratterizzato da mostre di grande rilevanza, che proseguiranno ad agosto».

I milanesi quindi hanno voglia di cultura anche in questo periodo?
«Sì, hanno voglia di pensare che l’estate appartenga alla quotidianità. Hanno bisogno anche in questa stagione della stessa tipologia di suggestioni e stimoli culturali che si vivono in inverno. Ciò che cambia è le modalità di fruizione. Si preferiscono le arene all’aperto, i luoghi insoliti e particolari. I cittadini vogliono una proposta culturale di livello, ma con caratteristiche un po’ diverse: cresce la necessità di mescolare le esperienze, alternando generi molto differenti, e tutto ciò si traduce in un desiderio di sperimentazione».


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