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25. 04. 2024 22:48

Sant’Ambrogio, il discorso dell’arcivescovo Delpini alla città: «A Milano case a prezzi inaccessibili»

Tanti i temi toccati dall'arcivescovo

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Milano è una «città che corre, la città che riqualifica quartieri e palazzi, la città che fa spazio all’innovazione e all’eccellenza, la città che seduce i turisti e gli uomini d’affari, la città che demolisce le case popolari e costruisce appartamenti a prezzi inaccessibili». Lo ha sottolineato l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nel Discorso alla Città in occasione della festività di Sant’Ambrogio, patrono di Milano.

Delpini e il discorso a Milano

«Voglio fare l’elogio del realismo della speranza che risponde all’annuncio di una promessa. Il realismo della speranza rende desiderabile che continuino a nascere da un papà e da una mamma bambini e bambine, che siano circondati da ogni cura e introdotti nella vita come promessa di futuro. Si può comprendere così che una mentalità individualistica che censura la speranza sia tra le ragioni profonde della crisi demografica che invecchia la nostra società», ha aggiunto Delpini che poi ha parlato anche del disagio giovanile.

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Il disagio dei giovani

«Più che di emergenza e di disagio si deve forse parlare di una invocazione che le giovani generazioni ci rivolgono: ‘Dateci buone ragioni per diventare adulti!’ – ha sottolineato -. Non si deve certo sottovalutare il contributo che possono offrire le competenze specialistiche per affrontare le difficoltà che incontrano gli adolescenti. Ma è decisivo che i genitori, gli insegnanti, gli educatori delle nostre comunità siano adulti che, in rapporto con questi ‘altri’ che sono le giovani generazioni, sappiano testimoniare che vale la pena diventare adulti, essere padri e madri, assumere responsabilità nella professione e nella vita sociale».

I migranti

Delpini ha toccato anche il tema dei migranti. «Voglio fare l’elogio dell’inquietudine che bussa ai palazzi dove si decidono i rapporti con gli altri Stati e si decidono le misure da adottare per gestire i destini dei popoli e i fenomeni migratori per rassicurare i cittadini e ridurre i fastidi – ha spiegato monsignor Delpini -. Ai palazzi del potere bussa l’inquietudine e la sua provocazione: e gli altri? Come si può giustificare un sistema di vita che pretende il proprio benessere a spese delle risorse altrui? Come si può immaginare una civiltà che si chiude e muore e lascia morire popoli pieni di vita?».

Elogio alla politica

Delpini ha tessuto anche un elogio della politica. «Voglio fare l’elogio di voi, uomini delle istituzioni, onesti, dedicati, responsabili, espressione di una democrazia seria, faticosa e promettente, decisi a far funzionare il servizio che i cittadini vi hanno affidato – ha spiegato -. Voglio fare l’elogio di voi, che sapete che cos’è il bene comune e lo servite. Faccio il vostro elogio, perché io vi stimo».

Attenzione a chi ha più bisogno

«È più facile e consueto deprecare i comportamenti dei politici – ha osservato ancora Delpini – , irridere all’impotenza dei politici e all’inefficacia delle leggi, denunciare fallimenti, errori. Voglio fare l’elogio della politica che, volendo rappresentare tutti, si prende cura di chi è più fragile e bisognoso e − disponendo di risorse limitate − considera in primo luogo – ha concluso – i servizi più necessari e coloro che non hanno risorse: i disabili gravi, gli anziani soli, le famiglie in povertà».

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