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15. 09. 2024 21:14

Milano scende in piazza per il diritto all’abitare: la protesta di Chiediamo_Casa

Il diritto all'abitare e l'accesso all'abitazione sta diventando sempre più un privilegio riservato a pochi

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In un contesto urbano in rapida trasformazione, dove il diritto all’abitare e l’accesso all’abitazione diventa sempre più un privilegio riservato a pochi, il movimento Chiediamo_Casa ha organizzato per sabato 23 marzo una manifestazione per rivendicare il diritto alla casa e all‘abitare dignitoso nella città di Milano.

Il diritto all’abitare a Milano: pronta la protesta di sabato 23 marzo

Partendo da piazzale Loreto, un gruppo eterogeneo di cittadini, attivisti e residenti ha intrapreso un tour significativo attraverso il quartiere che si estende tra viale Monza e via Padova. L’obiettivo era quello di mettere in evidenza e raccontare le profonde trasformazioni in atto, che minacciano l’inclusività e la vivibilità di queste aree, dove il diritto all’abitare sta scomparendo.

Le tappe della protesta

La protesta per un diritto all’abitare equo a Milano ha previsto diverse tappe simboliche:

Via Temperanza: qui i manifestanti hanno puntato l’attenzione sull’Albergo delle Nazioni, un edificio che, nonostante sia stato abbandonato per oltre un decennio, rimane inutilizzato a fronte di regolamenti edilizi che prevederebbero un intervento pubblico dopo pochi anni di inattività.

Via Marco Aurelio: il focus si è spostato su un cantiere di un progetto edilizio che, come molti altri in città, non prevede la realizzazione di alloggi sociali, nonostante l’urgente necessità.

Viale Lombardia: è stata messa in luce la situazione di un complesso di case popolari, testimone della storia milanese, ora minacciato di vendita in un’area con una cronica carenza di alloggi pubblici.

Via Lulli: l’ultima tappa ha evidenziato le condizioni di degrado di numerosi alloggi popolari, di proprietà di ALER per Regione Lombardia, trascurati per anni e ora a rischio di alienazione.

 

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Le richieste del movimento

Le richieste del movimento sono chiare: si oppongono alla creazione di una “Società Casa” che coinvolga fondi immobiliari nella gestione del patrimonio residenziale pubblico e chiedono lo stop immediato alla vendita delle case popolari, la loro riqualificazione e assegnazione. Inoltre, sollecitano l’acquisizione pubblica di immobili abbandonati per trasformarli in edilizia residenziale pubblica e l’obbligatorietà di includere alloggi a affitto accessibile nelle nuove costruzioni private.

La protesta

La protesta “Chiediamo_Casa” non è solo un appello per la casa ma un grido per una città più equa e inclusiva, dove l’abitare dignitoso non sia un’eccezione ma una regola. La speranza è che questa voce collettiva possa innescare un cambiamento reale nelle politiche abitative di Milano, verso una città che accoglie e supporta tutti i suoi abitanti.

La situazione delle case popolari a Milano

La situazione delle case popolari a Milano vede diversi attori coinvolti nella loro gestione e distribuzione. La Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale (ALER) di Milano gioca un ruolo chiave nell’assegnazione di alloggi popolari nel Comune di Milano, come indicato sul loro sito ufficiale.

Il Comune di Milano, da parte sua, affida la gestione del suo patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica a MM S.p.A., che si occupa delle questioni amministrative, di manutenzione e di assegnazione legate a queste proprietà. Questa società gestisce anche la locazione di posti auto all’interno dei complessi di Edilizia Residenziale Pubblica del Comune di Milano, indicando la varietà di servizi e gestioni che fornisce.

Il sistema di assegnazione delle case popolari a Milano è dettagliato e organizzato attraverso bandi pubblici, dove viene stabilita una graduatoria basata su specifici criteri e condizioni di eleggibilità. Il processo di assegnazione mira a soddisfare le esigenze abitative dei cittadini in condizioni di maggiore vulnerabilità economica e sociale.

In generale, le politiche abitative del Comune di Milano e di ALER dovrebbero mirare a fornire soluzioni abitative per le famiglie meno abbienti, garantendo sostegno e interventi per la manutenzione e l’efficienza degli alloggi. Questi sforzi si inseriscono in un quadro più ampio di politiche di welfare e di inclusione sociale, cercando di rispondere alle esigenze di un’urbanizzazione crescente e delle relative sfide sociali ed economiche.

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