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14. 09. 2024 22:45

Eccidio di piazzale Loreto: L’assessore regionale omette il ruolo dei fascisti, l’ANPI risponde con forza

La commemorazione degli 80 anni dall’eccidio di Piazzale Loreto si trasforma in un momento di riflessione sulla memoria storica e l’eredità della Resistenza

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Il 10 agosto 2024, come ogni anno, centinaia di persone si sono radunate a Milano per commemorare il tragico eccidio di piazzale Loreto avvenuto 80 anni fa, quando 15 partigiani furono brutalmente fucilati dai fascisti su ordine delle forze di occupazione naziste. La piazza, intitolata ai “15 Martiri di piazzale Loreto”, è un luogo simbolo della Resistenza italiana e della lotta contro il regime fascista.

Eccidio di piazzale Loreto, l’omissione dell’assessore regionale e la r4eazione dell’ANPI

Durante la cerimonia, l’intervento di Massimo Sertori, assessore agli Enti locali di Regione Lombardia, ha suscitato sdegno e proteste tra i presenti. Sertori, infatti, ha evitato di menzionare i fascisti come autori della strage, riferendosi invece a generiche “forze di occupazione straniera”. Questa scelta di parole ha indignato i militanti dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e molti cittadini presenti, poiché considerata un tentativo di edulcorare la realtà storica.

Primo Minelli, presidente dell’ANPI provinciale di Milano, ha preso la parola subito dopo, ristabilendo la verità storica: «Quella strage per la prima volta svelava il suo volto violento al servizio dei nazisti. I veri patrioti partigiani venivano fucilati da italiani delle bande fasciste». Minelli ha sottolineato l’importanza di riconoscere e condannare apertamente il fascismo come ideologia e pratica oppressiva, evidenziando come ancora oggi esistano resistenze a farlo da parte di alcune figure istituzionali.

Il ruolo dei fascisti nell’eccidio di piazzale Loreto

Il 10 agosto 1944, 15 partigiani furono prelevati dal carcere e portati in piazzale Loreto, dove furono fucilati dai fascisti della Legione Ettore Muti, una delle forze più spietate della Repubblica Sociale Italiana. Questo atto di violenza fu una rappresaglia per un attentato partigiano avvenuto pochi giorni prima e un tentativo di intimidire gli operai di Sesto San Giovanni, che con i loro scioperi stavano bloccando la produzione bellica a favore delle forze nazifasciste.

L’omissione del termine “fascisti” nel discorso dell’assessore Sertori è stata percepita come un tentativo di distorcere la storia, minimizzando il ruolo diretto e complice del regime fascista nelle atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale.

La risposta delle istituzioni e la memoria della Resistenza

Dopo l’intervento di Sertori, è stato Paolo Festa, consigliere delegato della Città Metropolitana di Milano, a riportare la verità storica al centro della commemorazione. Festa ha ricordato con fermezza che i 15 partigiani furono uccisi dai militi della Legione Ettore Muti, su ordine delle forze naziste, e che i loro corpi furono lasciati esposti al sole come monito per la popolazione di Milano. Festa ha ribadito l’importanza di mantenere viva la memoria di questi eventi e di condannare senza mezzi termini il fascismo.

«Mi sorprende e mi indigna sentir dire ancora oggi da qualche persona – che ha anche responsabilità istituzionale – che il fascismo ebbe alcuni meriti e fece solo due errori, le leggi razziali e l’entrata in guerra», ha dichiarato Festa. «Non furono semplici errori, ma la diretta, inevitabile conseguenza delle ideologie e della prassi fascista. È molto triste sentire chi non condanna la sopraffazione, l’esaltazione della violenza, la teoria guerrafondaia, il razzismo – che furono tutti elementi costitutivi del Fascismo – avendo responsabilità di governo locale e nazionale. Avrebbe piuttosto il dovere di mantenere viva la memoria e spiegare soprattutto alle giovani generazioni che i valori nati dalla Resistenza nascono dal sacrificio di queste persone e sono alla base della nostra democrazia».

L’importanza della memoria storica

L’intervento di Primo Minelli ha evidenziato quanto sia cruciale ricordare non solo i fatti storici, ma anche i valori che questi eventi rappresentano. La Resistenza italiana non fu solo una lotta armata contro l’occupazione nazifascista, ma anche un movimento culturale e politico che gettò le basi per la Costituzione repubblicana e antifascista dell’Italia.

Minelli ha concluso il suo discorso con un appello: «Ricordare oggi questi Martiri significa far vivere i valori politici e morali che erano alla base della loro convinzioni e delle loro scelte di partecipazione alla lotta partigiana, valori e principi che verranno poi sanciti dalla nostra carta costituzionale repubblicana e antifascista».

Le celebrazioni dell’80° anniversario della Liberazione

La commemorazione dell’eccidio di piazzale Loreto si inserisce in un più ampio contesto di celebrazioni che si svolgeranno in tutta Italia in occasione dell’80° anniversario della Liberazione. A Milano, la vicesindaca Anna Scavuzzo ha sottolineato l’importanza di questi momenti di riflessione: «Oggi più che mai ci eravamo impegnati a celebrare con un’attenzione questa data perché queste occasioni di celebrazione sono anche l’occasione per fare tutti un passo avanti. Come istituzioni, come città, ci impegniamo a accogliere quell’eredità morale che sentiamo oggi così attuale, così importante, così vitale».

Scavuzzo ha anche evidenziato come i 15 partigiani fucilati a piazzale Loreto rappresentino un’eredità morale per tutti gli italiani, un esempio di amore per la libertà e la giustizia che deve essere trasmesso alle future generazioni.

L’eccidio di piazzale Loreto rimane uno degli episodi più dolorosi e significativi della storia italiana. Le commemorazioni annuali non sono solo un tributo ai caduti, ma un richiamo costante alla necessità di mantenere viva la memoria storica e di continuare a difendere i valori di libertà e democrazia per cui quei 15 uomini diedero la vita.

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