Con la nuova fermata della metro M4 a pochi passi, ma con il rischio di dover lasciare la propria casa: è questa la situazione di mille famiglie che vivono negli appartamenti della zona Giambellino, gestiti dall’immobiliare San Carlo Trieste. La società, proprietaria di 37 edifici costruiti negli anni ’50 tra piazza Frattini e via D’Alviano, e di oltre 1.600 alloggi di cui 200 destinati a locazioni brevi, sta inviando lettere di sfratto ai suoi inquilini. Secondo quanto denunciato dal sindacato Sicet Milano, queste raccomandate propongono pesanti aumenti dei canoni d’affitto, accompagnati dalla minaccia di sfratto per finita locazione.
Giambellino, la situazione
«Questi appartamenti sono abitati da famiglie di lavoratori con redditi medio-bassi e da molti anziani – sottolinea Sicet Milano – e attualmente ci sono circa 1.000 contratti a canone concordato, frutto di un accordo siglato nel 2018. Nelle ultime settimane, erano in corso trattative con la proprietà per il rinnovo dei contratti, con il sindacato e il comitato degli inquilini disponibili ad accettare aumenti sostenibili, ma la proprietà ha deciso di interrompere i negoziati».
Giambellino e la M4
Questa decisione crea grande incertezza sul futuro delle famiglie che vivono nel quartiere Grigioni da anni, grazie anche all’accordo che aveva garantito affitti calmierati. Elisa Scarano, presidente del consiglio del Municipio 6, e Carlo Monguzzi, consigliere di Europa Verde del Comune di Milano, hanno collegato l’aumento dei prezzi all’arrivo della nuova metropolitana M4 in zona.
Giambellino, gli affitti
«Con la ripresa del traffico in Piazza Frattini, dove sorgerà la nuova fermata della metro, vogliamo mettere in evidenza un grave problema sociale che affligge la zona e la città di Milano. Dietro i rendering colorati di Piazza Frattini, si cela una realtà drammatica: l’immobiliare San Carlo Trieste ha iniziato a inviare avvisi di sfratto a 1.000 famiglie residenti nei suoi storici 37 edifici. Questa situazione colpisce duramente le famiglie di lavoratori con redditi medio-bassi e molti anziani. Gli aumenti degli affitti, fino al 30%, accompagnati da minacce di sfratto, mettono a rischio la stabilità di chi considera questi spazi la propria casa da decenni», hanno dichiarato Scarano e Monguzzi in una nota.
Giambellino, l’accordo
Grazie all’accordo del 2018, circa 1.000 contratti a canone concordato avevano garantito una certa stabilità a chi vive in un quartiere ora minacciato dalla gentrificazione. «È inaccettabile che, mentre erano in corso trattative con il comitato degli inquilini, la proprietà abbia deciso di interromperle imponendo condizioni insostenibili», continuano i due politici, sottolineando che la maggior parte degli inquilini sta rifiutando le proposte ritenute inique.