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Milano
25. 04. 2024 14:56

La M4 non parte bene: treni vandalizzati già prima dell’inaugurazione con un buco nel muro

Alcuni la chiamano arte, ma ora partiranno le denunce

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Per alcuni è una vera e propria forma d’arte, quella che i writers professionisti mettono in pratica un po’ dove capita. Per altri, invece, si tratta di atti vandalici. Sta di fatto che la M4, la nuova metropolitana di Milano (la linea blu) che verrà inaugurata il prossimo 26 novembre, parte subito facendo parlare di sé. Questa volta, però, non c’entrano ritardi di corse, vagoni sporchi e affini, ma si tratta di alcuni artisti di strada che hanno trovato un buco nel muro e sono entrati nel deposito Atm di San Cristoforo. Il resto è tutto visibile. 

M4, otto vagoni della metropolitana già vandalizzati dai writers 

Un’inaugurazione tutta personale per loro. Di notte, ovviamente scansando le normative e le leggi vigenti, forma d’arte da esibire nei circuiti social ristretti: qui sono appena foto di intere carrozze dei treni della M4 coperte di scritte ed enormi disegni colorati con le bombolette spray. Otto i convogli coinvolti, due treni da quattro vagoni l’uno, i quali ora si presenteranno al via del proprio servizio già «pasticciati» ancor prima. Chissà cosa ne penserà il sindaco Beppe Sala, che nei giorni scorsi aveva giustamente in modo trionfale annunciato l’apertura delle prime sei fermate delle 21 totali della metropolitana, che dal 26 novembre uniranno l’aeroporto di Linate alla stazione di Dateo. 

Metropolitana M4 imbrattata dai writers-2
Metropolitana M4 imbrattata dai writers-2

Che cos’è accaduto 

A spiegare l’accaduto la società M4: un gruppo ristretto di cinque persone è entrata nel deposito di San Cristoforo bucando il muro (sì, proprio così!), recandosi dunque in una zona assai pericolosa «perché presto, quando la nuova metropolitana sarà attiva, sarà a tensione molto elevata». M4, inoltre, ha aggiunto che partirà una formale «denuncia contro ignoti per i danni arrecati». Ci sono tracce sui social network che farebbero risalire il tutto ad una serie di graffitari (o street artists) dell’Est Europa. «C’è però il problema — spiega Fabiola Minoletti, che da anni analizza il writing vandalico, vicepresidente del Coordinamento del comitati milanesi — che in questo momento i gruppi di graffitari si sentono poco a rischio, mostrano di non avere alcun timore di essere intercettati e perseguiti, e dunque vengono allo scoperto in modo molto più esplicito sulle loro pagine Instagram, lasciando anche segnali di “paternità” piuttosto espliciti delle loro “opere”».

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