Oltre 700mila aziende italiane sono esposte alla concorrenza sleale da parte di un milione di imprese irregolari. I numeri del report di Confartigianato presentati quest’oggi sono allarmanti: 14% di soggetti che svolgono attività indipendente risulta fuori legge, con un aumento dello 0,6% rispetto al 2011 e dello 0,2 % rispetto allo scorso anno.
Imprese irregolari, dati impressionanti per la Lombardia e Milano
Il report “Key data – Il sommerso e la concorrenza sleale dell’abusivismo: gli indipendenti irregolari” esce in concomitanza con la campagna “Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani”. Evidenzia come in Italia esistano 3 milioni e 586 mila unità di lavoro equivalenti non regolari, che hanno svariati vantaggi rispetto alla concorrenza: possono mantenere prezzi più bassi evadendo le tasse; non permettono aliquote fiscali migliori per le imprese regolari; inibiscono la crescita delle imprese.
Parte dei professionisti non hanno nemmeno aperto la partita Iva, sottolinea il report. Lavorano con il passaparola e non pagano un centesimo di tasse. La Lombardia, si legge, ha il record di imprenditori sommersi: 130.800 operatori indipendenti abusivi (l’11,3%) davanti alla Campania (121.200) e al Lazio (111.500). Solo a Milano ce ne sono 47.400.
A determinare la domanda di servizi offerti dagli irregolari è soprattutto la richiesta di un prezzo più basso: il fattore incide infatti sul 64% dei casi in Italia. La media europea è del 48%.