A Milano è sbarcato l’impronunciabile Snøhetta, studio di architettura norvegese, al quale è stata affidata la realizzazione di un nuovo tassello nell’opera di riqualificazione di Porta Nuova. Dopo Gioia 22 e il Pirellino, sorgerà anche il nuovo “P35”, ovvero il restyling dell’ex Telecom tra via Melchiorre Gioia e via Bordoni.
Il progetto. Gli architetti norvegesi hanno un curriculum di tutto rispetto: sui loro disegni è stata realizzata la Bibliotheca Alexandrina in Egitto e il nuovo volto di Times square a New York.
«A Milano c’è l’occasione di ripensare l’esistente in maniera diversa da altre città italiane — spiega Kjetil Thorsen,fondatore di Snøhetta—: è un hub del design, della modernità, un ponte sempre teso tra il passato e il futuro. Noi abbiamo profonde radici nell’architettura europee e non passa giorno nella nostra sede di Oslo in cui l’attività non sia segnata dall’eredità italiana del design. Era un percorso naturale quello di lavorare un giorno qui, e sono contento di averlo fatto con degli architetti italiani, credo con reciproco contributo. Non ci sono archistar, ma professionisti che devono comprendere i contesti».
Il progetto “P35” si pone l’obiettivo di collegare l’isolato al resto della città verso la Biblioteca degli alberi oltre Gioia, verso via Pirelli e verso le ex Varesine, rendendo di pubblico accesso passaggi e corti interne dell’edificio, negli anni frequentati soltanto dai lavoratori. Tra ponti, saliscendi e demolizioni si creeranno percorsi urbani che – parola di Thorsen – «come un corso d’acqua si muoveranno intorno all’edificio».
Il disegno manterrà fede all’impostazione architettonica della struttura, ma la tradurrà nella contemporaneità. Il progetto giovedì scorso è stato approvato dalla commissione paesaggio, ma come affermato dallo stesso Thorsen, le sue specificità «non sono visibili dai rendering». Comunque assicura che «una volta realizzato parlerà da solo».