Restituire dignità, giustizia e diritti alle persone morte e ai loro familiari, attraverso lo studio dei corpi e dei resti umani, con le scienze mediche, antropologiche e forensi. È questo che vuole raccontare il Musa, il Museo universitario delle scienze antropologiche, mediche e forensi per i Diritti umani dell’Università Statale che è stato inaugurato oggi e che aprirà le sue porte al pubblico gratuitamente a partire dal 2 novembre.
Cos’è il Musa, il Museo universitario delle scienze antropologiche
Sono già 1500 le prenotazioni arrivate dalle scuole per visitare il museo che è coordinato da Cristina Cattaneo, docente di Medicina Legale e Antropologia della Statale e responsabile del Labanof, laboratorio di Antropologia e Odontologia forense. Il museo è diviso in sei sezioni. La prima spiega come il corpo e in particolare lo scheletro rivela identità, vita e morte. La sezione storica e archeologica mostra una piccola parte della grande collezione scheletrica della Statale, qui le ossa raccontano la storia di Milano di 2 mila anni. La sezione identità racconta quanto è importante dare un’identità ai morti. C’è poi una sezione crime che tratta i temi di medicina legale e una sezione vivi che racconta l’importanza delle scienze forensi per tutelare chi è vittima di violenze, abusi e torture. Infine i migranti morti nel Mediterraneo con le immagini proiettate in un video in una stanza buia del naufragio dell’aprile del 2015 lungo le coste siciliane dove morirono in quasi mille.
Proprio la coordinatrice Cristina Cattaneo non perde le speranze di vedere arrivare a Milano il barcone del naufragio del 18 aprile 2015, dove morirono quasi mille migranti a largo delle coste siciliane. Il barcone, simbolo della strage di migranti nel mar Mediterraneo, doveva arrivare anni fa a Milano per essere esposto ma dopo una diatriba si trova ad Augusta dove dovrebbe essere realizzato un luogo di memoria. Secondo Cristina Cattaneo il luogo naturale del barcone sarebbe nella sede dell’Università statale di via Celoria dove è stato inaugurato il Musa.