Ci risiamo. Torna un nuovo racconto della Milano violenta. Questa volta a farne le spesa è stata una giovane studentessa universitaria violentata in zona Navigli da un senza fissa dimora di origini marocchine.
Milano violenta, il racconto dello stupro
Il nuovo episodio della Milano violenta è andato in scena durante la notte tra il 5 e il 6 febbraio. La giovane dopo aver passato la serata con alcuni amici inglesi, giunti appositamente in Italia per una reunion, era in attesa del tram alla fermata di via Bligny.
A quel punto Youssef Safieddine, questo il nome dell’aggressore, le si è avvicinato chiedendole uuna sigaretta. Lei gliela ha data e dopodiché l’uomo le ha chiesto di fumarsela insieme in un luogo appartato. L’universitaria, probabilmente anche in stato confusionale per l’alcol bevuto, ha accettato e si è diretta con lui nella vicina via Rontgen. Lì, Youssef ha provato prima a baciarla e davanti al diniego della giovane, l’ha spinta su un auto lì parcheggiata e ha abusato di lei.
Dopo qualche minuto è passata nei pressi una coppia. Il ragazzo si è accorto che c’era qualcosa che non andava e si è intromesso facendo scappare l’aggressore. La giovane è stata poi portata a casa della coppia in attesa dei soccorsi. Infine, la vittima è stata trasportata alla clinica Mangiagalli, dove è stata confermata la violenza.
La cattura dello stupratore
Per risalire a Youssef c’è voluto più di un mese. Grazie ai segnali dello smartphone della ragazza, rubato dall’aggressore durante la violenza, si è riuscita a circoscrivere la zona di frequentazione del ragazzo marocchino. Dopo una serie di appostamenti e incrociando i dati si è riusciti a risalire alla sua identità: l’uomo aveva già precedenti per ricettazione. Ad incastrarlo è stato infine il dna ritrovato dalla scientifica sulla macchina dell’abuso.
Sabato scorso Youssef è stato trovato in via Montegani. Lui si è difeso dicendo «che non violenterebbe e ucciderebbe mai nessuno». Le prove a suo carico sembrano però schiaccianti. Parlare di una Milano violenta resta però una costante: si attendono soluzioni.