Le multe emesse dall’autovelox di viale Fulvio Testi a Milano sono state dichiarate illegittime dalla Corte di Cassazione. Questo è il risultato di una lunga battaglia legale iniziata dall’avvocato Federico Rodolfo Masera, che il 19 dicembre 2018 ricevette una sanzione di 184,56 euro per aver superato il limite di velocità di 50 km/h. La sentenza ha suscitato grande interesse poiché potrebbe influenzare migliaia di contravvenzioni simili emesse negli ultimi anni.
L’autovelox incriminato: T-Exspeed V 2.0
L’autovelox al centro della disputa è il modello T-Exspeed V 2.0, lo stesso dispositivo sequestrato recentemente in diverse regioni italiane dalla Procura di Cosenza per la mancata omologazione e l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento. Nonostante l’autorizzazione da parte del Ministero dei Trasporti, la Cassazione ha stabilito che tale approvazione non è giuridicamente equiparabile all’omologazione ministeriale richiesta dal Codice della Strada.
La controversia legale
La vicenda inizia con l’avvocato Masera che impugna il verbale ricevuto il 28 gennaio 2019, sostenendo che l’apparecchiatura utilizzata non aveva ottenuto l’omologazione, ma solo un’approvazione ministeriale. Il giudice di pace Rossella Barbaro accolse il ricorso, annullando la multa il 6 febbraio 2020. Tuttavia, il Comune di Milano impugnò la sentenza, ottenendo un ribaltamento dal giudice del Tribunale civile Angelo Claudio Ricciardi il 31 dicembre 2021, che riconobbe l’equivalenza tra approvazione e omologazione.
La sentenza definitiva della Cassazione
In via definitiva, la Cassazione ha dato ragione a Masera, stabilendo che “la preventiva approvazione dello strumento di rilevazione elettronica della velocità non è equipollente giuridicamente all’omologazione ministeriale”. Questa sentenza pone fine a una controversia legale durata anni, ribadendo l’importanza della conformità normativa degli strumenti utilizzati per il controllo della velocità.
Multe in viale Fulvio Testi a Milano, le implicazioni per il Comune di Milano
L’assessore alla Sicurezza Marco Granelli ha riflettuto sulla situazione, sottolineando che “l’impianto di viale Fulvio Testi a Milano ha l’autorizzazione del Ministero, e finora in Tribunale abbiamo sempre vinto”. Granelli ha aggiunto che una circolare del Ministero dell’Interno equipara autorizzazione e omologazione, ma ha riconosciuto che “in questi anni il Ministero non ha mai definito la procedura per l’omologazione”. Questa ambiguità normativa ha creato un contesto in cui le amministrazioni locali hanno dovuto navigare tra interpretazioni contrastanti del Codice della Strada.
L’impatto della sentenza su altre contravvenzioni
La decisione della Cassazione potrebbe avere ampie ripercussioni su altre contravvenzioni emesse da dispositivi simili non omologati. Gli automobilisti e i motociclisti multati potrebbero ora avere motivo di contestare le sanzioni, aprendo la strada a una serie di ricorsi e potenziali rimborsi da parte delle amministrazioni locali.
L’importanza della chiarezza normativa
Questa vicenda sottolinea l’importanza di una chiara e univoca normativa per quanto riguarda l’omologazione e l’approvazione degli strumenti di rilevazione della velocità. La mancanza di una procedura definita e la confusione tra termini equivalenti hanno portato a una lunga disputa legale e a costi significativi sia per i cittadini che per le amministrazioni.
Considerazioni finali
La sentenza della Cassazione riguardo le multe in viale Fulvio Testi a Milano rappresenta una vittoria importante per i diritti dei cittadini e un monito per le amministrazioni locali. È essenziale che gli strumenti utilizzati per il controllo della velocità siano conformi alle normative vigenti per garantire la legittimità delle sanzioni emesse.