Sono giorni intensi e pieni di interrogativi quelli vissuti da Riccardo, il 17enne che ha confessato l’omicidio di Paderno Dugnano, dove ha ucciso il fratello minore e i genitori nella tragica notte di domenica scorsa. Oggi, giovedì 5 settembre 2024, il giovane detenuto affronterà l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per i minorenni di Milano, un momento cruciale che potrebbe segnare il percorso giudiziario dei prossimi mesi. Nel frattempo, il ragazzo continua a studiare e a cercare di affrontare un presente fatto di interrogativi e incertezze.
I nonni: «Non lo abbandoneremo mai»
Nonostante il dolore indescrivibile, i nonni materni hanno espresso il loro desiderio di restare vicini a Riccardo, l’unico nipote rimasto dopo la tragedia. «Non lo abbandoneremo mai», hanno detto, incontrando il legale del giovane, l’avvocato Amedeo Rizza. Un impegno che suona come una promessa, nonostante l’incomprensibilità di quanto accaduto e il vuoto lasciato dalla perdita di una figlia, un genero e un nipotino.
«Anche se non riusciamo a spiegare quello che è successo, vogliamo essere presenti oggi come in futuro», ha ribadito il nonno, lasciando trasparire un amore incondizionato e una volontà ferrea di non spezzare il legame con quel nipote che ha portato via tanto, ma che è anche tutto ciò che resta.
Omicidio di Paderno Dugnano, Riccardo tra i libri e la cella: «Vuole fare l’esame di riparazione»
Nel centro di prima accoglienza del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, Riccardo trascorre il tempo tra colloqui con educatori, psicologi e il cappellano del penitenziario, don Claudio Burgio. È proprio quest’ultimo a raccontare del desiderio di Riccardo di sostenere l’esame di riparazione di matematica che avrebbe dovuto svolgere lunedì scorso, appena un giorno dopo la strage.
«Mi ha detto che vuole fare l’esame di riparazione a breve», ha spiegato don Burgio. «Gli ho portato un libro di matematica e anche il mio, “Non esistono ragazzi cattivi”. Abbiamo parlato solo pochi minuti, ma ho percepito il suo desiderio di mantenere la mente occupata, di trovare una sorta di normalità in mezzo a tanto caos».
Il ragazzo, che appare «frastornato dai molti colloqui» e «turbato nel ripercorrere i momenti cruciali di quella notte», ha chiesto di avere accesso ai libri. «Legge molto – ha aggiunto il suo avvocato – e ha preso anche alcuni volumi dalla biblioteca del carcere».
Omicidio di Paderno Dugnano: una famiglia distrutta, un enigma ancora aperto
Sono trascorsi poco più di tre giorni dalla tragica notte di Paderno Dugnano, un comune a nord di Milano, quando Riccardo, dopo una festa in famiglia per il 51esimo compleanno del padre Fabio, ha preso un coltello dalla cucina e ha colpito ripetutamente i genitori e il fratello minore, Lorenzo, di 12 anni. Il giovane è stato arrestato dai carabinieri e trasferito al carcere minorile con l’accusa di omicidio pluriaggravato, compresa la premeditazione.
«Le numerose coltellate indicano che non era in sé, era fuori controllo», ha dichiarato l’avvocato Rizza. «Piange spesso durante i colloqui e sembra stia maturando una certa consapevolezza. Era in uno stato di completa incoscienza, e solo un medico potrà comprendere appieno il suo disagio». L’avvocato ha inoltre sottolineato che Riccardo, nonostante tutto, «dorme serenamente» e si impegna a mantenere la mente attiva.
Omicidio di Paderno Dugnano: in attesa dell’udienza e degli accertamenti
Oggi, durante l’udienza di fronte alla gip per i minorenni Laura Margherita Pietrasanta, si procederà con la convalida dell’arresto. Nel frattempo, le indagini continuano. I carabinieri sono tornati nella casa di famiglia in via Anzio per prelevare un computer fisso. Gli inquirenti stanno cercando di capire se sui dispositivi elettronici sequestrati (tablet, telefoni e pc) siano state effettuate ricerche che possano gettare luce sul delitto e sulla presunta premeditazione.
Sabrina Ditaranto, procuratrice facente funzione della Procura dei minori di Milano, ha dichiarato: «La premeditazione è fondata su più elementi portati con grande spontaneità dal ragazzo», ma la difesa contesta questa accusa. «Era provato, ma lucido. Sa che non è un sogno», ha aggiunto la procuratrice ricordando il primo incontro con Riccardo, avvenuto due giorni dopo il massacro.
Omicidio di Paderno Dugnano: la ricerca di un senso, «Non ho riflettuto, ho agito d’impulso»
Durante gli interrogatori, Riccardo ha ripetuto più volte di aver agito senza pensare: «Se avessi riflettuto, non l’avrei fatto. Ho agito d’impulso», ha detto. Parole che lasciano un vuoto di comprensione, un «enigma» che avvolge la tragedia e che nessuna spiegazione sembra ancora in grado di chiarire.
Per il cappellano, don Burgio, «non è un momento facile per il Beccaria», in un contesto già teso a causa degli ultimi disordini del carcere, con tentativi di rivolta ed evasione organizzati dai giovani detenuti. Riccardo, immerso in un mondo nuovo e spaventoso, cerca di adattarsi mentre gli adulti intorno a lui cercano risposte.
Una storia di dolore e di incertezza
Mentre Riccardo attende di incontrare i nonni e gli zii, come desidera da giorni, emerge il quadro di una famiglia distrutta e di un ragazzo che, nonostante tutto, appare ancora in cerca di un senso. I suoi familiari si aggrappano all’idea di una possibile redenzione, di una spiegazione che possa rendere meno inaccettabile l’incomprensibile.
L’avvocato Rizza ha consegnato al giovane anche alcuni libri di matematica, «per mantenere la mente fresca», e sottolinea come il suo assistito sia un ragazzo che legge molto, forse nel tentativo di trovare un rifugio dalla realtà che lo circonda.
Il futuro di Riccardo: tra giustizia e speranza
Dopo l’interrogatorio di oggi, il futuro di Riccardo rimane incerto. Mentre la giustizia farà il suo corso, resta da capire quale sarà il percorso di riabilitazione, se mai sarà possibile. Gli incontri con gli educatori, gli psicologi e i familiari saranno fondamentali per capire come affrontare il cammino che si prospetta davanti.
«È un ragazzo confuso, smarrito, ma è anche un ragazzo che ha voglia di capire», sottolinea don Burgio. Il cappellano continua a credere nella possibilità di una rinascita, anche in situazioni così drammatiche. «Non esistono ragazzi cattivi, esistono ragazzi che sbagliano e che possono imparare dai propri errori», ripete spesso ai giovani detenuti.