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29. 03. 2024 16:56

Patto per il lavoro: tutte le novità in arrivo a Milano

Smart working, asili negli uffici e premi alle aziende, sarà sufficiente per rilanciare il lavoro in città?

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Arriva un nuovo patto per il lavoro nella città di Milano, con l’assessora comunale al Lavoro e allo Sviluppo economico, Alessia Cappello, che annuncia quanto verrà sottoscritto ufficialmente il prossimo 29 aprile. Un passo avanti per la città intera o, perlomeno, questo è quello che si auspica il Comune di Milano da una parte e Cgil, Cisl e Uil, Camera di Commercio, Confcommercio, Assolombarda, Afol e Città metropolitana dall’altra, tutte impegnate nel trovare le giuste misure per far fronte ad un mondo del lavoro in continuo cambiamento.

Nuovo patto per il lavoro in arrivo a Milano, cosa cambierà

Questo nuovo patto per il lavoro riguarderà, in sostanza, tutte le categorie produttive e renderà la città di Milano un vero e proprio polo di formazione e opportunità. Perché l’idea di fondo è proprio questa, adeguare il mondo del lavoro con la sempre maggiore richiesta di aggiornamento. È la stessa Alessia Cappello, in un’intervista al Corriere, a spiegare come l’obiettivo sarà rilanciare lo sviluppo e l’occupazione in città: «È vero che non siamo il Governo e che il lavoro è una competenza verticale di Regione e Città metropolitana, però siamo Milano e dobbiamo proporre azioni concrete e di sostanza. Tra di noi c’è sempre stato un clima positivo e costruttivo» le parole della Cappello.

La firma ufficiale per il nuovo patto per il lavoro avverrà il 29 aprile

La firma ufficiale per il nuovo patto per il lavoro, che avverrà il 29 aprile, vedrà in prima linea il ministro per il lavoro, Andrea Orlando, e il sindaco Beppe Sala: «Le opportunità di lavoro ci sono, ma spesso non si incrociano con le competenze richieste – prosegue ancora l’assessora Cappello – serve un potenziamento degli Sportelli per il lavoro anche nei luoghi mai considerati prima; nei mercati comunali, nei Centri donna, nei caselli daziari, nei Centri antiviolenza. Dobbiamo farci trovare là dove la persona ha più necessità. E poi, a differenza dei navigator, vogliamo dare risposte complete oltre la presa in carico e l’opportunità lavorativa. A esempio, grazie ai protocolli con Inps e Agenzia delle Entrate fornire una consulenza su tutto il mondo previdenziale e integrativo».

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Che fine farà lo smart working 

L’altra eredità lasciata dalla pandemia è lo smart working: «Lo incentiviamo perché fa parte dell’equilibrio tra vita privata e vita professionale – prosegue ancora Alessia Cappello, la quale annuncia come l’idea sia di andare oltre – le aziende posso aprire internamente anche asili. Oltre che per i dipendenti, anche alla collettività. E a favorire il ritorno in presenza dei lavoratori che altrimenti non saprebbero dove lasciare i propri figli».

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