Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha disposto la scarcerazione, sospendendo l’esecuzione della pena, per la donna di 85 anni, non autosufficiente, che da circa due settimane si trovava a San Vittore per un ordine di carcerazione emesso dalla Procura per una condanna definitiva a 8 mesi per l’occupazione abusiva di un alloggio.
La storia di una donna di 85 anni reclusa in carcere
Il caso è stato denunciato dall’associazione Antigone, da anni vicina alle questioni giudiziarie in Italia. A quanto si apprende, è stata la stessa 85enne, aiutata dagli operatori del carcere di San Vittore, dove era entrata a fine settembre e dove tre giorni fa ha anche trascorso il suo compleanno, a firmare l’istanza di differimento della pena che oggi ha portato alla sua scarcerazione. Fuori dalla casa di reclusione ha trovato la figlia che l’ha presa in carico, ma ora, stando a quanto riferito, bisognerà capire se i familiari, che abitano in provincia di Novara, si prenderanno davvero cura di lei.

La donna fu condannata, con sentenza diventata definitiva, a 8 mesi con sospensione condizionale della pena. Sospensione, però, legata al fatto che entro tre mesi avrebbe dovuto lasciare la casa di via Bolla, a Milano, occupata abusivamente. L’anziana non lasciò l’appartamento e quindi il Tribunale revocò la sospensione della pena e l’Ufficio esecuzione della Procura di Milano, sulla base della sentenza, emise lo scorso marzo l’ordine di esecuzione della pena ma sospeso, perché la pena stava sotto i 4 anni. Tra aprile e giugno per due volte la Procura notificò al difensore l’ordine sospeso. Difesa che aveva la possibilità così nei termini previsti (30 giorni) di chiedere, sulla base delle condizioni di salute e dell’età della donna, la misura alternativa al carcere. Nel frattempo, con un verbale di vane ricerche la donna era stata dichiarata irreperibile.

Così, quando a fine settembre l’85enne fu trovata dalle forze dell’ordine in un altro appartamento occupato di via Bolla venne eseguito l’ordine di esecuzione pena con carcerazione, perché erano scaduti i termini della sospensione e la difesa non aveva fatto istanze. Finita in carcere a fine settembre ha presentato lei stessa richiesta al Tribunale di Sorveglianza, che ha disposto un accertamento medico, i cui esiti sono arrivati il 3 ottobre: non è affetta da patologie gravi, ma non è in grado di compiere gli atti quotidiani in autonomia. Oggi è arrivata la decisione della Sorveglianza che fa discutere su un caso molto particolare.