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28. 03. 2024 10:43

Spesa più cara per i consumatori e prezzi all’origine in calo, i dati dell’Istat analizzati da Confagricoltura

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti commenta: «Il fenomeno deve far riflettere»

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Confagricoltura ha analizzato i dati diffusi dall’Istat che hanno messo in luce la forbice che in questo momento sta incidendo sulle tasche degli italiani e sul settore primario. Si fa più cara la spesa per i prodotti alimentari al consumatore, ma diminuiscono quelli pagati agli agricoltori. Altrettanto preoccupanti, e che hanno fatto molto discutere, sono state le promozioni di alcuni supermercati discount che hanno proposto frutta italiana a un centesimo al chilogrammo, procurando un danno economico e di immagine al comparto agricolo, uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy in cucina.

Spesa più cara per i consumatori e prezzi all’origine in calo

Confagricoltura ha preso in considerazione il 2020 (fino ad oggi): dall’analisi si evince che i prezzi all’origine dei prodotti agricoli hanno registrato, mese dopo mese, una riduzione continua. A differenza dei valori dei prodotti alimentari al consumo che, da gennaio a maggio 2020, hanno avuto aumenti in successione.

La forbice. Rispetto allo scorso anno, le filiere alimentari hanno aumentato i costi al consumatore: l’incremento delle quotazioni è stato continuo ed è rallentato soltanto negli ultimi due mesi, mantenendo comunque un andamento costante. Il costo della spesa, rispetto al 2019, è aumentato del 2,8% a maggio 2020 e del 2,7% a giugno 2020, ma i prezzi all’origine sono diminuiti rispettivamente del 3,5% e dell’1,7% nello stesso periodo. Negli ultimi mesi, infatti, i prezzi nelle campagne siano stati sempre più compressi.

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Squilibri. «Se negli ultimi mesi i prezzi nelle campagne sono stati sempre più compressi, tra l’altro in un periodo particolarmente difficile per l’emergenza Coronavirus, – ha commentato il presidente di Confagricoltura, Giansanti – le filiere alimentari hanno aumentato i costi per la spesa del consumatore rispetto allo scorso anno, con un incremento continuo delle quotazioni che è rallentato soltanto negli ultimi due mesi. È evidente che questo penalizza fortemente le imprese agricole in termini di redditività, creando squilibri di rilievo».

Settore agricolo. «Il settore primario italiano – ha aggiunto Giansanti – assicura alta qualità e sicurezza alimentare. È indispensabile trovare l’equilibrio che riconosca il lavoro degli agricoltori, remunerandoli, e garantisca il giusto prezzo ai consumatori che scelgono la qualità italiana».

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