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29. 03. 2024 12:25

Co-Vida, nasce il portale che fa ordine tra le tante iniziative sociali

Paola Vinci: «Creatività e generosità da valorizzare»

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Le porte vinciane sono dispositivi angolari a doppio battente, che intercettano lungo un corso d’acqua con forti dislivelli i due imbocchi di una conca di navigazione, regolando l’afflusso e il deflusso dell’acqua. Invenzione attribuita, pare erroneamente in questo caso, a Leonardo da Vinci (da qui il nome), che, tuttavia, nel suo lungo soggiorno milanese fu intrigato dalla vivacità della scuola idraulica lombarda. Di certo c’è che sono di Leonardo i disegni del sistema originale di chiusa superiore della Conca di San Marco, nel tratto cittadino del Naviglio di Martesana, costruito nel XV secolo su ordine del duca Francesco Sforza per collegare il fiume Adda a Milano. La coppia dei portelli lignei è conservata al Museo della Scienza, mentre il disegno di riferimento si può ammirare nel Codice Atlantico alla Biblioteca Ambrosiana: promemoria per una doppia visita a isolamento finito. Questa doverosa premessa vuole introdurre un’altra idea geniale: nasce il portale Co-Vida.

 

 

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Dalle porte al portale. Vinciano è anche un altro progetto che proprio a Milano è nato: banalmente perché l’ideatrice si chiama Paola Vinci, giovane studentessa veronese trapiantata a Milano, ma anche perché un pizzico di genialità c’è. Il progetto si chiama Co-Vida (co-vida.com): si tratta di un portale che raccoglie tutte le iniziative solidali nate in queste settimane difficili e che continuano a sorgere come risposta immunitaria, potremmo dire, alla criticità del periodo. Ce n’è per tutti i gusti: dai libri all’e-learning, dai tour virtuali nei musei ai servizi gratuiti di spesa a domicilio e assistenza psicologica, passando per spettacoli teatrali su Internet, app per monitorare le code al supermercato, favole al telefono, cortili digitali e lezioni di chitarra con Alex Britti. Gli uomini di genio – sosteneva Leonardo – a volte realizzano di più quando lavorano di meno, perché stanno pensando invenzioni e formando nelle loro menti l’idea perfetta che successivamente esprimeranno con le loro mani. Siamo sicuri che apprezzerebbe…

Co-Vida, l’intervista a Paola Vinci

«L’emergenza coronavirus ha rivoluzionato le nostre vite, costringendoci all’isolamento e alla lontananza come unici mezzi di prevenzione e protezione: le persone hanno, però, reagito immediatamente, lanciando numerose iniziative di solidarietà e supporto tramite aiuti economici e gesti concreti. Il digitale diventa, in questo senso, una dimensione reale». Così a Mi-Tomorrow Paola Vinci, ideatrice e cofondatrice di Co-Vida.

Paola Vinci: Co-Vida
Paola Vinci: Co-Vida

Qual è stata la scintilla?
«Sui vari gruppi di WhatsApp ricevevo tanti link a iniziative solidali di tutti i tipi, ma spesso mi rendevo conto che non erano conosciute da questo o quell’amico. Così ho pensato a un modo per raccoglierle e renderle facilmente fruibili».

Nel concreto, come è nato Co-Vida?
«L’idea mi è venuta di venerdì: la sera ho chiamato un amico, Francesco Ambrosini, che lavora per Amazon in Lussemburgo come ingegnere informatico, e in un weekend, lavorando giorno e notte, abbiamo creato il portale. Lo abbiamo lanciato il lunedì successivo: era il 16 marzo. Francesco ha creato il sito e ne cura la parte tecnologica, mentre io mi occupo dei contenuti».

Quante iniziative avete caricato finora?        
«I numeri sono in continuo aggiornamento, ma siamo già a oltre cinquecento iniziative: riceviamo segnalazioni tramite il form sul sito, ma anche via Facebook e WhatsApp».

Come funziona?
«È molto intuitivo: le iniziative sono facilmente rintracciabili per categoria (cultura, abbonamenti, salute, smartworking, educazione) e attraverso filtri di ricerca, come località e tipo di evento. C’è anche una sezione con le ultime novità».

Avete in mente di estendere la cosa anche all’estero?         
«Sì. Al momento il sito è disponibile in 6 lingue, ma solo in alcune sezioni, come l’homepage e l’area per il suggerimento delle iniziative: per ogni lingua sono disponibili, invece, solo le iniziative organizzate nei singoli Paesi. Abbiamo lanciato un appello ad amici e conoscenti all’estero per ampliare il progetto».

Cosa ti ha colpito di più?
«La quantità, la varietà e la qualità delle proposte, a ogni latitudine: è bello vedere la generosità, non scontata, di grandi aziende, ma anche di tante piccole realtà. Per non parlare dei singoli cittadini: riceviamo tantissime e-mail da persone che ci chiedono come possano dare una mano e mettere a disposizione quel che sanno fare».

Perché proprio il nome Co-Vida?
«Perché racchiude il termine Covid, il coronavirus alla base dell’emergenza Covid-19. Co-Vida anche e soprattutto perché è l’unione di cooperazione e vita. Co-Vida, infine, perché richiama il termine movida: vogliamo trasmettere un messaggio positivo e di speranza. In attesa di tornare ad abbracciarci fisicamente, anche ora si può essere vicini, pur se a distanza».

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