L’architettura urbana secondo @gianrynaldo, viaggio tra periferie e guglie del Duomo

architettura urbana
architettura urbana

Una grande cura delle inquadrature per cogliere appieno angolazioni, tagli di luce e prospettive: Gianluca sul suo profilo Instagram @gianrynaldo da 2.550K esprime il suo occhio per l’architettura urbana. Un gusto che affianca anche all’amore della street photography e che lo porta a ritrarre persone e volti che riempiono spazi e luoghi particolari.

Chi è Gianluca?
«Sono un architetto di Milano, specializzato in interior design, e ho la passione per la fotografia. Spesso mi viene detto che i miei scatti riflettono la mia formazione, forse per il gioco di linee e volumi che inconsciamente riesco a ricreare. Ho – secondo alcuni – quello che in gergo viene definito “occhio dell’architetto”!».

Quando la fotografia è diventata una tua passione?
«Credo fin da piccolo, quando a otto anni mi regalarono la prima macchina fotografica. Da allora ho fotografato di tutto e ho sviluppato una certa cultura fotografica, documentandomi su quelli che poi sono diventati i miei riferimenti: Cartier-Bresson e Doisneau in primis, e poi Roiter, Erwitt, Scianna, Giacomelli, Basilico e Newton. L’avvento di Instagram mi ha poi dato l’opportunità di risvegliarla e coltivarla dopo anni di pausa e ne sono contento».

Macchina fotografica o iPhone?
«Entrambi. Solitamente porto sempre con me una macchina fotografica, anche per motivi lavorativi, ma siccome amo catturare l’attimo, l’iPhone può essere un utile alleato».

Come definiresti la tua fotografia?
«Difficile definirla, o almeno per me. Quello che so è che mi piace molto cogliere gli attimi, quindi direi che la mia è una “fotografia del momento”, per lo più in bianco e nero che coniuga la realtà quotidiana fatta di persone con i luoghi che ne fanno da sfondo (e qui si intuisce l’anima da architetto, ndr)».

A cosa ti ispiri quando scatti?
«Diciamo che cerco proprio di farmi ispirare dalla realtà che mi circonda, seguendo lo stato d’animo del momento. Anche quando decido di uscire a scattare in un determinato luogo, la mia attenzione viene in realtà sempre catturata dalla scena che mi si prospetta davanti. È come se io abbia già in mente quello che poi andrò a fotografare…e di solito accade!».

Da milanese, come definiresti Milano?
«Amo Milano e mi ritengo fortunato a viverci. Trovo sia diventata sempre più una realtà poliedrica, camaleontica e multietnica: una metropoli che ha saputo evolversi diventando una capitale moderna, ma con una sua grande eredità storica e questo secondo me è un suo punto di forza».

Quale è il luogo milanese che più ti piace ritrarre?
«Ce ne sono tanti. Milano ha una lunga e ricca storia architettonica, e quindi, anche per deformazione professionale, ne amo ritrarre alcuni dei suoi più importanti gioielli, vecchi e nuovi: ad esempio piazza Mercanti, il Duomo, il Pirellone, la Stazione Centrale, tutta la zona di Porta Nuova. C’è però un luogo che amo particolarmente: i giardini di villa Belgiojoso, che considero la mia piccola oasi di tranquillità nel caotico centro meneghino».

Un luogo milanese sopravvalutato dai fotografi?
«Non credo sia giusto dire che esiste un luogo sopravvalutato dai fotografi. Di sicuro esistono posti più fotografati di altri, ma solo perché sono ormai diventati punti di riferimento riconosciuti in tutta Italia e non solo. Certo, andrebbe ricordato ad alcuni che a Milano c’è però molto altro oltre al Duomo, ma come si fa a non fotografare tale meraviglia?».

E uno sottovalutato?
«Forse le periferie. Esistono alcuni esempi di archeologia industriale ormai abbandonati che hanno un grande fascino. Penso ad esempio all’ex Innocenti in zona Lambrate, chiamata il “Palazzo di Cristallo” o ai vecchi gasometri».

Quale mostra fotografica ti piacerebbe vedere a Milano e che non è mai stata nel capoluogo?
«Milano da qualche anno offre un’ampia scelta in tal senso… Ho visitato tante mostre, tutte belle. Personalmente amo la fotografia in bianco e nero, quindi ecco, magari vorrei più street-photography. E vorrei ci fossero più spazi liberi dedicati a nuovi fotografi. La fotografia è arte e linguaggio insieme, quindi andrebbe incrementata e valorizzata maggiormente»

Il prossimo viaggio per fotografare: dove e che cosa?
«L’Italia è ricca di posti belli da visitare e fotografare: vorrei andare ad esempio in Umbria o in Sicilia. Oppure tornare a Parigi o, un mio sogno, volare a New York per dedicarmi anima e corpo alla fotografia di strada».


www.mitomorrow.it

www.facebook.com/MiTomorrowOff/