EroicoRosso, il festival dello Sforzato

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EroicoRosso, il festival dello Sforzato

Torna a Tirano EroicoRosso Sforzato Wine Festival, il festival dedicato allo Sforzato, il più famoso fra i vini della Valtellina: tre giorni dove enologia e gastronomia si sposano con cultura e paesaggio. Da venerdì a domenica, la cittadina valtellinese ospita le 22 fra le più importanti cantine vinicole produttrici di Sforzato (fra cui Mamete Prevostini, Fay, Nino Negri, La Grazia, La Pela e Rainoldi) che faranno degustare i lori nobili vini nelle prestigiose corti, nei saloni e nei giardini, degli storici palazzi del centro storico, come Palazzo Foppolo o Palazzo d’Oro Lambertenghi. Non solo vino ma anche musica, arte, itinerari fra i terrazzamenti, passeggiate fra gli antichi vigneti, visite guidate alla splendida Basilica, show cooking. I produttori delle altre eccellenze culinarie del territorio porteranno in degustazione le bontà del territorio: mele, salumi, pane, dolci, conserve, confetture e grappe. Presenti anche gli artigiani della zona con bancarelle colme dei prodotti tipici locali fatti a mano. Si parte venerdì alle 19.00 con la degustazione nel circuito dei palazzi storici della cittadina: mentre sabato 15.00 il Consorzio Vini Di Valtellina organizza Sforzato Winelab – Laboratorio Sensoriale che permetterà a tutti di apprezzare le caratteristiche del nobile vino. Info: eroicorosso.it.

«I miei due ettari d’oro»

Davide Bana della cantina Cà Bianche racconta la sua piccola ed “eroica” produzione

Una produzione limitata ma di altissima qualità. È quella che distribuisce l’azienda vinicola Cà Bianche, presente a Eroico Rosso per proporre il suo gioiello: lo Sforzato Di Valtellina DOC “Fàset” del 2013. Viticoltore che ha ereditato il mestiere del nonno e che eroicamente porta avanti una coltivazione con metodi naturali, Davide Bana ci racconta com’è nata la sua passione per questi due ettari abbarbicati sulla sponda retica delle alpi, a due chilometri da Tirano. «Nel 2007, a 27 anni, ho abbandonato il lavoro in Svizzera e ho deciso di dedicarmi alla mia vera passione, la mia terra. Così ho ritirato la piccola azienda di famiglia di appena un ettaro di vigna e un ettaro di mele.

Come riesce a gestire un’azienda con un terreno così limitato?

«Ho tirato fuori tutto il meglio da questa terra che mio nonno mi ha insegnato a coltivare e, basandomi sulla qualità e non sulla quantità, ho deciso di realizzare una cantina e di fare poco vino, ma un gran vino. Sono ampiamente sotto gli 80 quintali, limite massimo imposto dalla Legge sulla tutela della DOCG».

Poco ma buono?

«Certo. Le vigne sono a quota 800 metri e producono bottiglie con le caratteristiche tipiche del Valtellina Superiore: gli sbalzi termici fra giorno e notte creano profumi di frutti di bosco, prugne e forti note tanniche. In più, l’invecchiamento ha tempi molto lunghi: il base riposa in botte per almeno 4 anni mentre i più pregiati, fra i 5 e i 7 anni. Insomma, una grande scommessa sulla qualità».

Quali sono le caratteristiche dei vini valtellinesi?

«Sono vini molto eleganti tranquillamente paragonabili al Barolo o al Barbaresco che hanno la peculiarità di essere molto diversi da produttore a produttore. Due cantine a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra, sono in grado di creare prodotti diversissimi. La Valtellina è un posto unico al mondo e questa è la sua forza».

E si festeggia la transumanza

In Alta Valmalenco tanti eventi per il tipico rito montano

Da 19 anni la Festa dell’Alpeggio celebra il ritorno delle mandrie dagli alpeggi, riti e ambienti tipici della realtà alpina. Sabato e domenica a Chiareggio in Alta Valmalenco (a 1.612 metri) in provincia di Sondrio, tornano gli eventi per festeggiare una delle più antiche tradizioni montane. Si parte sabato alle 14.00 con le escursioni a cavallo per i più piccoli e la lettura di fiabe in alpeggio. Prevista anche una dimostrazione dell’arte della mungitura: con il latte appena munto verranno preparate frittelle e dolci per grandi e piccini. A Chiesa in Valmalenco e Chiareggio va in scena l’iniziativa La Cena dell’alpeggiatore presso ristoranti e rifugi, formaggi d’alpe e menù a prezzi calmierati. Immancabile la passeggiata con il classico giro dei Tre Ponti, un anello che permette di scoprire gli angoli più suggestivi dell’ampia piana denominata Pian del Lupo.