Dov’è l’uscita? In tour fra i labirinti

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Tour fra i cinque labirinti più suggestivi e facilmente raggiungibili. Chilometri di vicoli, per sentirsi come Alice nel paese delle meraviglie.

Labirinto della Masone, Fontanellato (Parma)
Il labirinto più grande d’Italia è a Fontanellato, in provincia di Parma, un borgo ricco di storia, da un’idea di Franco Maria Ricci, editore, designer, collezionista d’arte e da una promessa da lui fatta nel 1977 allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, affascinato da sempre dal simbolo del labirinto. Il labirinto è fatto di bambù ed è da considerarsi come un lascito a quel lembo di Pianura Padana comprendente Parma, il suo contado e le città vicine.

Ricci ha piantato in questi anni più di ventimila e, nel parco, se ne possono trovare circa venti specie differenti, da quelle nane a quelle giganti. Ricci ha scelto di ispirarsi alla forma di labirinto romano, con angoli retti e suddivisa in quartieri, rielaborandola e introducendo qua e là delle piccole trappole: bivi e vicoli ciechi, che nei labirinti romani, rigorosamente non c’erano. Info su labirintodifrancomariaricci.it.

Labirinto del Parco di Masino, Caravino (Torino)
Nel Canavese c’è il secondo labirinto botanico d’Italia per estensione: si trova nel parco del Castello di Masino, a Caravino, tra Ivrea e Santhià. Quello nel parco del Castello di Masino è segnato fin dal 1753 nelle carte, mentre il disegno giunto fino a noi è di stile ottocentesco inglese. La dimora signorile risale invece al XVI secolo, quando fu costruita dopo la demolizione di un castello dell’anno Mille, voluto dai Valperga per difendersi dai nemici, i Visconti di Milano.

Nel 1988, alla morte dell’ultima residente Vittoria Leumann il figlio Luigi Valperga di Masino ha ceduto castello e parco al FAI Fondo Ambiente Italiano. Il labirinto di siepi è fatto di 1.400 piante di carpini, con pareti verdi in cui ci si può perdere davvero: per chi si “arrende”, c’è una torretta su cui arrampicarsi per trovare la via d’uscita… Basta trovare la torretta! Info su fondoambiente.it.

Labirinto del Parco Sigurtà, Valeggio sul Mincio (Verona)
Il labirinto del Parco Sigurtà è stato inaugurato nel luglio 2011. Si tratta di una composizione geometrica che ospita 1.500 esemplari di piante di Tasso alte più di due metri e si estende su una superficie di 2.500 metri quadrati. Al centro del dedalo sorge una torre, ispirata a quella del parco di Bois de Boulogne di Parigi, che presenta una cupola rivestita di rame e due scale contrapposte (che raggiungono l’altezza di 2,50 metri): per i visitatori giungere alla torre sarà una vera e propria ricompensa della soluzione, perché dall’alto si potranno ammirare le geometrie del percorso e vedere l’uscita.

Il progetto del labirinto è però incompleto. In un futuro verrà aperto un tunnel sotterraneo che si collegherà con la torretta centrale all’interno della quale sorgerà il museo dei fossili collezionati dal Professor Sigurtà. Info su sigurta.it.

Labirinto del Parco della Preistoria di Rivolta D’adda (Cremona)
In un bosco secolare sulla sponda sinistra del fiume Adda, su una superficie di oltre cento ettari di terreno, in un ambiente dove si fondono le paludi con i prati, i laghetti ed il fiume, è stato costruito il Parco della preistoria di Cremona, in cui prendono forma gli animali della preistoria e successivamente la storia dell’uomo primitivo.

Il parco si trova sulla sponda sinistra del fiume Adda, a soli 25 chilometri da Milano, inserito in un’area naturale, costituita da un bosco secolare. Lungo il suo itinerario sono state inserite oltre 50 ricostruzioni a grandezza naturale appartenenti a 31 specie preistoriche diverse. Nella seconda parte del percorso è inserito un simpatico labirinto che appassiona grandi e piccini. Esso è costituito da siepi di circa 1,80 metri di altezza e si estende per quasi mille metri quadri. Info su parcodellapreistoria.it.

Labirinto del Castello di Cordovado (Pordenone)
Le coppie che si trovano a visitare il Friuli Venezia Giulia potrebbero prendere in considerazione una tappa a Cordovado, uno dei Borghi più belli d’Italia, in provincia di Pordenone. Si tratta di un paesino medievale che conserva un bellissimo nucleo storico ed è formato dal Castello con un immenso giardino.

Vero valore aggiunto del giardino è il pittoresco labirinto a forma di sole di duemila rose damascene, realizzato nel 2015 da Benedetta Piccolomini. Seguendo i principi dell’agricoltura biodinamica di Rudolph Steiner, fondatore dell’antroposofia, la Piccolomini si è ispirata per la sua creazione alla forma della rosa perfetta a cinque petali, spesso accostata alla figura dell’Uomo disegnato da Leonardo da Vinci all’interno di un cerchio, toccato in cinque punti. Entrambe le forme venivano considerate simboli di una perfetta armonia tra cielo e terra. Info su castellodicordovado.com.


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