Dice il sindaco Beppe Sala che gli affitti brevi sono una piaga e che lui metterebbe un freno se ne avesse la possibilità ma la legge non glielo consente. Ma è davvero la questione degli affitti brevi, di Airbnb e simili, a rendere difficile trovare una casa a Milano a prezzi ragionevoli? O è invece un intero sistema da ripensare, rivedere, correggere?
Negli stessi giorni in cui il sindaco esterna in questo modo, si viene a conoscenza del prezzo al metro quadro dei palazzi di porta Vittoria (non esattamente il centro della città) finalmente sbloccati. E si parla già di una nuova “City Life” per il costo esorbitante degli appartamenti, tra l’altro rapidamente venduti. C’è qualcosa che non torna, evidentemente. Si doveva fare una politica per la casa innovativa e rivoluzionaria, peccato che l’assessore competente abbia preferito abbandonare l’incarico per trasferirsi a Bruxelles come parlamentare europeo.
C’è invece un tema su cui il sindaco ha assolutamente ragione: la totale assenza del Governo sulle questioni milanesi. Con la presidente del Consiglio che a Milano non si vede mai, non viene mai e quando viene non varca mai la soglia di Palazzo Marino. Come se considerasse la città un’enclave di resistenza al suo dicastero e per questo meritevole di un comportamento, se non apertamente ostile, quantomeno indifferente. Forse è consigliata male: se il Governo intervenisse di più e meglio sui problemi di Milano, non è detto che la città continuerebbe a votare a sinistra.