Un Artigiano in fiera con il cuore. Quindi con Mi-Tomorrow

artigiano in fiera
artigiano in fiera

Mi-Tomorrow-Artigiano in Fiera è un binomio nato nel 2014 e che negli anni si è sempre più consolidato. Il nostro quotidiano, mediapartner della più grande manifestazione in programma a Milano, anche quest’anno vi ha accompagnato (e continuerà a farlo nei prossimi giorni) alla scoperta delle novità e, soprattutto, i protagonisti dell’appuntamento più atteso dalla città.

 

Già, perché la vigilia di Artigiano in Fiera è fatta di attesa e di grande carica emotiva. Motivo per cui non potevamo mancare di farvi trovare oggi, in anteprima, la mappa della manifestazione aperta da domani all’8 dicembre a Fieramilano.

Per comprendere la portata di Artigiano in Fiera non ci fu occasione migliore, lo scorso maggio, della partecipazione del fondatore, Antonio Intiglietta, alla prima edizione della Mi-Tomorrow Spring School. In quell’occasione il presidente di Ge.Fi. raccontò l’opportunità di creare una manifestazione delle arti e dei mestieri a Milano: «La vita è come un tram, il mio è passato nel 1998, quando mi chiesi cosa potessi fare di utile e interessante – raccontò Intiglietta alle nuove leve di Mi-Tomorrow -. Mancava una fiera che mettesse al centro la persona».

Non c’è da stupirsi allora se Artigiano in Fiera sia stato concepito soprattutto come un luogo di incontro dove visitatori ed espositori si possano incontrare, non per un mero scambio economico, ma soprattutto per contaminarsi ed uscire arricchiti da quest’esperienza. «Volevo colpire il cuore della gente –ancora l’ideatore di AF -. Ho sempre pensato che fosse fondamentale mettere il cuore delle persone davanti a tutto».

Dostoevskij diceva che «la bellezza salverà il mondo» e anche Intiglietta è convinto che ogni opera «debba tendere alla bellezza». Una bellezza che non è semplicemente un concetto estetico, ma rappresenta quell’essere ognuno a suo modo unico. Ogni artigiano racconta la sua tradizione, la salvaguarda e attraverso essa concede anche se stesso al pubblico. L’anno scorso hanno preso parte all’evento oltre cento nazioni, ognuna in grado di esprimere la propria diversità.

La fiera risulta così essere uno dei migliori manifesti contro la tendenza all’omologazione imposta dalla globalizzazione, e contro la spietata logica del profitto. Ognuno con la propria tradizione, ma all’interno di un villaggio globale. «L’imperativo è essere glocali» per sottolineare l’importanza per il locale di uscire dal proprio contesto per farsi conoscere oltre i confini e condividere la propria esperienza con le realtà simili. L’intento si delinea nel futuro: Artimondo, una piattaforma online per far conoscere gli artigiani in tutto il mondo e «combattere il mercato fatto di grandi marchi».


www.mitomorrow.it