Benvenuti al “ballo delle mascherine”

mascherine
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Di pasticcio in pasticcio. Ancora non c’eravamo ben ripresi dal ping pong delle circolari interpretative del Ministero dell’Interno su passeggiate con i figli, ed ecco che il fine settimana appena passato ci ha regalato un nuovo balletto. Quello delle mascherine.

 

Mascherine obbligatorie, la decisione della Regione

La Regione Lombardia, infatti, ha deciso che per uscire di casa, sempre e comunque per comprovati motivi di stretta necessità, è obbligatorio coprirsi naso e bocca. Meglio con le mascherine (che ancora comunque non si trovano), ma va bene anche con un semplice foulard. Peccato che qui è da due mesi che stiamo ancora cercando di comprendere che tipo di mascherine vadano usate e in quali situazioni.

Senza considerare che si vedono davvero pochi politici, tecnici e autorità sanitarie usarle davvero quando appaiono in contesti pubblici o in conferenze stampa in streaming. Come se non bastasse, il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, ha dichiarato di non usare la mascherina perché basta il distanziamento di sicurezza di un metro (cosa peraltro dichiarata anche dall’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, nei giorni precedenti).

Mascherine, manca la comunicazione

Insomma, servirebbe una comunicazione chiara e univoca. Il titolo V della Costituzione che assegna potere e autonomia alle Regioni in determinate materie è stato votato dalla maggioranza degli italiani nel 2001.

Diciannove anni dopo, alla prova di un’emergenza senza precedenti, osserviamo regole diverse (in Liguria, regione più piccola e con meno casi di contagio, da giovedì saranno disponibili mascherine in tutte le farmacie ed edicole) e sbandamenti continui, con indicazioni e dichiarazioni a dir poco eccentriche da parte di tutti. Il timore è che sarà sempre peggio, dato che col bel tempo si faticherà sempre di più a tenere la gente in casa e a far rispettare le regole.

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