No, non c’è proprio nulla di appassionante nel dibattito che sta emergendo intorno all’uso del Green Pass. La strada, però, è tracciata: Francia, Grecia e Austria sono tra i primi Paesi dell’Unione Europea ad aver annunciato l’obbligatorietà della certificazione anti-Covid per accedere a bar e ristoranti, oltre che ad eventi pubblici, cinema, stadi, fiere.
Green pass, e in Italia che si fa?
Ci troveremo presto anche qui davanti al bivio: tutelare chi si è sottoposto alla vaccinazione e lasciarlo libero oppure imporre restrizioni che difficilmente verrebbero digerite da chi si è pazientemente messo in fila per le proprie dosi?
Non sarà facile decidere per l’attuale Governo, sostenuto da una maggioranza variegata e con un Matteo Salvini già sulle barricate di fronte all’ipotesi del “modello francese”. Una strategia del genere, tuttavia, verrebbe ben accolta dalla maggior parte degli italiani che si sono vaccinati e che, di conseguenza, non vedrebbe più lesa la propria libertà personale.
Allo stesso tempo, come sta avvenendo in Francia, si incentiverebbe la prenotazione dei vaccini da parte di chi oggi ha voluto aspettare. Lo scenario è presto detto per i no-vax irriducibili: o resteranno fuori dalla vita sociale oppure dovranno spendere più soldi per tamponarsi per entrare in un locale o per assistere ad un evento culturale.
Il tutto corredato (speriamo) da un cambio radicale di valutazione dei parametri: quel che dovrà contare – come sta avvenendo in Gran Bretagna – sarà auspicabilmente la sola pressione sul sistema ospedaliero.