Le bioplastiche sono plastiche composte interamente o in parte da biomassa organica. A differenza delle plastiche tradizionali sono prodotte a partire da materiali biologici o da materie prime rinnovabili come l’amido di mais, la canna da zucchero, il saccarosio, la cellulosa, gli oli vegetali. Si suddividono in diverse tipologie, alcune delle quali sono biodegradabili e compostabili, mentre altre no. Le bio-plastiche biodegradabili si decompongono in modo naturale in un impianto di compostaggio senza causare danni all’ambiente.
Bioplastiche, tutto quello che serve sapere
Esistono anche bioplastiche non biodegradabili ma prodotte con materie prime rinnovabili ugualmente sostenibili. Diversi sono i campi in cui vengono impiegate: gli imballaggi alimentari, le buste della spesa, gli utensili da cucina e i tessuti, i giocattoli, fino ad arrivare ai componenti automobilistici. Che la bioplastica sia un materiale più ecologico rispetto alla plastica tradizionale è assodato, ma che utilizzarla sia davvero una scelta sostenibile non è esatto. Alcune bioplastiche per essere prodotte richiedono grandi quantità di acqua e di energia e bisogna anche considerare l’impatto ambientale delle coltivazioni avviate per la produzione dei materiali.
A livello globale la produzione è in aumento: si stima che nel 2027 ne verranno prodotte circa 6,3 milioni di tonnellate. In Italia le principali aziende di questo settore sono cinque. Certamente le bio-plastiche rappresentano un’evoluzione. Rimane però ancora molto da fare per migliorare i processi di produzione e rendere questi materiali del tutto biodegradabili.