Dalle “case rotte” alla voce delle gallerie

case rotte
case rotte

Fossimo passati da queste parti all’inizio del XX secolo, avremmo trovato una chiesa sconsacrata, San Giovanni decollato alle Case Rotte, un gioiello di fine ‘300 ma che già da qualche tempo veniva sfruttata dal Comune come ufficio.

L’appellativo “alle Case rotte” della chiesa derivava dal fatto che l’edificio fosse sorto in prossimità delle distrutte case dei Torriani, in lotta coi più noti VIsconti. Nel 1907 la Banca Commerciale Italiana decise di costruire qui la sua sede: grazie all’incarico affidato a Beltrami, non ci furono molti problemi a demolire la chiesa.

Quel che venne realizzato fu uno splendido palazzo dalle forme neoclassiche simili al vicino Teatro alla Scala. Ancora oggi, entrando in piazza della Scala, non si può non notarne la grandezza e bellezza. Per 100 anni ha ospitato gli uffici e gli sportelli della Comit, ma dal 2011 qui troviamo le Gallerie d’Italia, uno spazio espositivo con ricchissime collezioni di opere d’arte.

La scelta di lasciare gli sportelli della banca non impedisce la fruizione delle diverse collezioni, anzi: molti visitatori si soffermano ad ammirare l’eleganza di questi arredi. Da qualche tempo fa capolino alle Gallerie anche la proposta culinaria di Voce, il bistrot del celebre Aimo e Nadia: provate uno dei cinque menù, compreso “Il Pranzo di Lavoro” con due piatti del giorno creati appositamente dallo chef.

Da chiesa a banca e da banca a museo “con cucina”: una storia destinata a durare nei secoli a venire.


www.mitomorrow.it

www.milanodavedere.it