La vicenda della collaboratrice scolastica campana, al netto della sua veridicità o meno e di tutto ciò che ne è conseguito, ha stupito l’intera opinione pubblica. Chi grida allo scandalo dei costi esorbitanti di Milano e hinterland, chi reputa sia una follia fare 1.600 chilometri tra andata e ritorno in una giornata o chi non crede sia vera questa storia della bidella pendolare.
Il caso della bidella pendolare
Sì, è vero, il costo degli affitti di Milano è veramente alto e per alcune fasce di reddito è impossibile permettersi oggi un appartamento o una stanza per vivere. Ma aldilà dei costi troppo alti che sono evidenti, credo che non dovremmo soffermarci banalmente solo su questo, ma porci una domanda: come si può pensare nel 2023 di vivere, o meglio di sopravvivere con uno stipendio mensile di 1.200/1.300 euro?
Migliaia di docenti, personale ATA, studenti fuori sede, giovani che hanno dovuto lasciare la propria terra alla ricerca di un futuro migliore, intere famiglie che lavorano dignitosamente ogni giorno ma non arrivano a metà del mese, e quindi chi quotidianamente affronta questa vita, sa di cosa parlo.
Pensare che 1.200/1.300 euro possano bastare per vivere oggi è pura utopia. Il problema di fondo perciò è lo stipendio base mensile non più sufficiente e quindi con conseguente scontento sociale che sta prendendo il sopravvento. Pur avendo la sensazione di “abbaiare alla luna”, il mio auspicio rimane quello che le Istituzioni possano far fronte a una seria riforma del lavoro e per l’innalzamento dei salari altresì augurandomi, da giovane del Sud Italia, un massiccio investimento per rilanciare lo stesso Sud.
Umberto Militare
docente all’IIS Andrea Ponti di Gallarate (Va)
