Non è bastato abbandonare le restrizioni anti-Covid. Non bastano nemmeno i turisti che senz’altro stanno ripopolando timidamente alberghi e ristoranti del centro storico. Il commercio è ancora in profonda crisi. Una crisi alimentata dai venti di guerra a Est e dal progressivo quanto inesorabile dei costi energetici e di altre materie prime. Un quadro di difficoltà che spinge Confcommercio a lanciare un chiaro allarme sul caro energia che rischia di mettere un’azienda su cinque in condizione di chiudere.
Commercio, allarme per il caro energia
Secondo l’ultima indagine dell’associazione di categoria, per il 69% delle imprese del terziario di Milano, Monza Brianza e Lodi l’aumento dei prezzi per l’energia comporterà un maggiore indebitamento. E per il 20% c’è un rischio chiusura attività con il caro energia. È l’allarme indebitamento a preoccupare, unito al rincaro delle materie prime, segnalato dal 26% degli operatori. Lo shock energia, secondo quanto verificato dall’associazione, colpisce di più i servizi, 76%, e la ristorazione, 61%.