Emergenza Coronavirus, dai guanti bianchi a quelli di lattice

Urge chiarezza: se fino ad un mese fa i clienti asiatici venivano accolti con i guanti bianchi, oggi si usano i guanti di lattice e mascherine...

emergenza coronavirus
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L’emergenza Coronavirus rivoluziona tutto. Un esempio, su tutti, è il Mido, la fiera internazionale dell’ottica in programma dal 29 febbraio a Fieramilano (Rho).

 

Emergenza Coronavirus, le ricadute sulla moda

Vista l’impossibilità per centinaia di espositori e acquirenti cinesi di raggiungere Milano per il blocco dei voli, si è deciso di non aprire l’area “Fair East” che occupava normalmente l’intero padiglione 7 ma di creare una piattaforma online, denominata MIDO4U.com, che permetterà agli espositori cinesi di presentare i loro prodotti e ai visitatori registrati di guardarli, scegliere e prendere contatto direttamente con le aziende.

E’ solo uno degli effetti dell’emergenza sanitaria sull’economia milanese. Anche la moda sta facendo i conti con chi non c’è: giornalisti, buyer, operatori della moda cinesi che con il traffico, bloccati a Pechino. A rinunciare alle sfilate sono stati anche alcuni stilisti, come i tre designer cinesi, Riconstru, Hui e Angel Chen.

C’è anche chi ha scelto di esprimere la sua solidarietà al popolo cinese, come Dolce&Gabbana. Dopo la “gaffe” di qualche tempo fa proprio nei confronti della Repubblica Popolare, il brand di Domenico Dolce e Stefano Gabbana ha deciso di collaborare con l’Humanitas University, sostenendo uno studio, coordinato dal professor Alberto Mantovani, sulle risposte del sistema immunitario al coronavirus.

Emergenza Coronavirus, gli effetti sull’indotto

Se la crisi è palpabile, come testimoniato dal nostro reportage tra la comunità cinese di Milano, non va meglio nel lusso: negozi vuoti in Galleria Vittorio Emanuele, che comunque continua ad essere ambita dai grandi marchi, ristoranti e bar che fanno registrare un abbassamento costante degli scontrini medi.

Eppure c’è chi racconta anche come i cinesi più “facoltosi” riescano a raggiungere l’Europa con voli privati o attraverso rari corridoi lasciati aperti.

Non va meglio altrove. Basti pensare alla cancellazione – causa coronavirus – del Mobile World Congress (Mwc), la grande fiera della telefonia mobile che avrebbe dovuto aprire i battenti il 24 febbraio a Barcellona. Le aziende cinesi produttrici di smartphone hanno disdetto gli eventi in programma nel weekend precedente la fiera.

Due le strade scelte per presentare i nuovi telefoni: Oppo e Xiaomi hanno rinviato l’appuntamento a data da destinarsi, mentre Huawei, Honor e Realme, insieme alla giapponese Sony, terranno una conferenza in streaming il 24 febbraio.

Huawei, Oppo, Xiaomi e Motorola avrebbero dovuto incontrare la stampa il 22 e 23 febbraio, in varie location della città catalana, per mostrare smartphone e altri dispositivi. Oppo e Xiaomi hanno posticipato la presentazione, ora attesa a marzo, dei loro prossimi top di gamma, una via che probabilmente imboccherà anche Motorola. Huawei ha invece deciso di svelare i nuovi prodotti il 24 febbraio, ma in streaming.

La sensazione è che si stia colpevolizzando un’etnia dove tutti sono potenzialmente degli untori di “manzoniana memoria”. Se fino ad un mese fa i clienti asiatici venivano accolti con i guanti bianchi, oggi si usano i guanti di lattice e mascherine. C’è senz’altro bisogno di chiarezza di dati, di informazioni certe e, soprattutto, di accendere i riflettori su tutti i danni collaterali di un’emergenza.

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