La settimana della moda appena trascorsa rimarrà nella storia come quella del tentativo di ripartenza dopo la rivoluzione del Covid. Tra poche sfilate in presenza e il massimo utilizzo della tecnologia per tenere più che vivo il mondo dei social, da questo settore portabandiera del made in Italy nel mondo si è levata ancora una volta la voce più autorevole e saggia.
Quella di Giorgio Armani che in poche frasi ha sintetizzato l’insegnamento dal quale i più stanno provando a ripartire: «Nel passato abbiamo spinto troppo, ora il messaggio è: goditi questo bel vestito, goditi il momento», ha spiegato lo stilista che per primo scelse di chiudere il suo show al pubblico, lo scorso 23 febbraio, e per primo decise di fare una donazione per aiutare gli ospedali nella lotta al Covid e a convertire i suoi stabilimenti per la produzione di mascherine e camici.
E’ stato anche il primo – con una lettera aperta – a invitare il mondo della moda a rallentare, a fare meno e meglio. «C’è chi pensa che la moda sia una cosa frivola – ha spiegato nel corso dello show di sabato scorso in diretta televisiva – io ho sempre pensato che rispecchi il proprio tempo e abbia in sé la capacità di anticipare il futuro».
E ancora: «E’ la gente che devi servire, se fai vestiti che non fanno parte del mondo, non hanno significato”. Il futuro? «Dobbiamo aspettare come evolverà la situazione, come tutti». Per ora, l’unica certezza è che a gennaio «sfilerò l’alta moda a Milano, in Borgonuovo. Non vado a Parigi, sarei – sintetizza efficacemente – un cretino».