Questione di opportunità. Di denari. E di pesi politici. Il Salone del Mobile salute anche il 2021. L’arrivederci all’anno prossimo, con conseguente salto di due edizioni, è frutto della decisione dei big del settore che hanno votato a maggioranza l’annullamento della sessantesima edizione che sarebbe dovuta partire il 5 settembre.
Al di là degli equilibri interni a Federlegno, dove hanno pesato alcuni “no” pesanti, è un colpo basso per Milano che aveva certamente puntato sulla fiera più attesa quale simbolo della vera ripartenza dopo le vacanze estive.
Il Salone e il Fuorisalone a settembre avrebbero dato il via ad una stagione di manifestazioni ed eventi dei quali Milano ha bisogno come il pane per poter riprendere la lunga corsa verso i fasti del pre-Covid. Invece, prevale la titubanza per protocolli di sicurezza evidentemente ancora in alto mare.
Prevale l’incertezza sul grado di libertà che avremo a settembre. Prevale, soprattutto, il conto economico di alcune imprese che piuttosto che fare due fiere in sei mesi (a settembre 2021 e poi di nuovo ad aprile 2022) hanno preferito rinviare ancora il palcoscenico.
Ne faranno le spese tutti: gli albergatori, i commercianti, i ristoratori, i tassisti. Tutta Milano pagherà ancora dazio. La Fiera probabilmente non starà a guardare e chiederà danni, visto che proprio 48 ore fa il Governo aveva addirittura anticipato al 15 giugno il via libera alle manifestazioni internazionali.