Fumo, l’ultimo tiro che (non) cambia le cose

Quel giorno tutti i mezzi di superficie, i treni, i taxi, persino i noleggi con autista erano in ritardo. Un tilt della circolazione pubblica inaudito a Milano

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Quel giorno tutti i mezzi di superficie, i treni, i taxi, persino i noleggi con autista erano in ritardo. Un tilt della circolazione pubblica inaudito a Milano, che tutto sommato fino a quel giorno aveva nei trasporti un fiore all’occhiello da esibire agli altri italiani discoli e non efficienti come i meneghini.

 

Si scatenarono subito proteste via social: migliaia di foto dalle fermate del tram, dell’autobus, del treno. Tutti presi da un’isteria insolita e collettiva. «Sono trenta minuti che aspetto il 12», postava su Instagram una giovane manager diretta in centro per un’importante giornata di lavoro scandita da conference call e riunioni fondamentali in cui alla fine si decide di fare un’altra riunione per decidere.

«Un’ora che sono qui e ancora non c’è traccia della 63», replicava il giovane universitario, in ritardo perché la sera prima aveva fatto le ore piccole ad una mostra di design, seguita a una jam session pazzesca. Guarda, non puoi capire il jazz mescolato ai suoni elettro-punk. I più anziani, non avendo praticità con la comunicazione nativa digitale, trovavano sollievo nello sfogarsi con il vicino d’attesa e per qualche minuto dimenticarono la solitudine.

A fine serata, dopo ore di ritardi, disagi, proteste che sfociarono nella più grande manifestazione di massa milanese dai tempi degli scioperi dell’autunno caldo (si disse che in piazza Duomo arrivarono 3 milioni di persone, il doppio dei residenti), il sindaco fu costretto a fare marcia indietro. Tolse il divieto di fumo alle fermate dei mezzi pubblici in vigore proprio da quella data.

Il giorno dopo, i milanesi abbracciavano ogni fumatore a qualunque fermata. Milano quel giorno capì che si può sfidare tutto, tranne la legge indimostrabile ma infallibile del “tiro propiziatorio”: è infatti risaputo che all’accensione della sigaretta corrisponde, immediatamente, l’arrivo del mezzo di trasporto. La vita in città tornò alla normalità, ma qualche settimana dopo un altro divieto arrivò a scuotere la routine milanese…

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