Fuori, ma non come dei balconi

balconi
balconi

Il balcone. Parola derivante dal longobardo “balk” (palco di legname). Sta diventando, in questa drammatica situazione che ci troviamo a vivere, il nostro modo di stare con gli altri. Un modo reale, un’alternativa, molto italica e molto geniale (proprio perché semplice e basica), al mondo virtuale e social.

 

Balconi, un modo di stare insieme

Questa emergenza ci ha messo di fronte a un’irresistibile esigenza degli individui, che è quella di stare insieme agli altri, con gli altri (sarebbe bello tornare anche a pensare con gli altri per gli altri). La comunità si ritrova come stava insieme in un passato che pensavamo ormai chiuso.

Le vecchie case di ringhiera, ora appartamenti molto chic, tornano a vivere nella loro funzione originaria. Si saluta il dirimpettaio dal terrazzo, per la prima volta dopo anni, si scambiano parole con persone fino a ora sconosciute, dalla finestra. Si applaude la ragazza che suona il piano, o il fantasioso che ci fa ridere a distanza.

Si cantano canzoni, si applaude collettivamente chi è in prima linea. Si sta fino a tardi a parlare, semplicemente, con il proprio vicino, sconosciuto fino ad allora. Sono i primi giorni di battaglia, è naturale che si risponda quasi con entusiasmo, persino con allegria.

È possibile che con il passare del tempo questa lotta cominci a fiaccarci e a renderci meno forti nel reagire. Insomma, in tanti, se non quasi tutti, cominceremo a fare i conti con problemi seri. Abbiamo già perso in qualche caso delle persone care e purtroppo può succedere ancora.

Potremmo trovarci di fronte a disagi economici familiari e individuali importanti, se non è già così. Le conseguenze economiche potrebbero essere durissime. Ricordiamoci, quando e se arriverà quel momento, che ci siamo accorti di nuovo di non essere soli e che sarà fondamentale agire e pensare da comunità. Insieme.

balconi
balconi