Piangiamo le vittime, non i turisti

la comunicazione di sala

La comunicazione di Sala, sindaco di Milano in quest’ultimo mese e mezzo suscita grande curiosità. D’accordo o meno con le sue posizioni (poco conta), è innegabile che Giuseppe Sala abbia intrapreso una strada e, coerentemente, non mostri alcuna intenzione di cambiarla.

 

Dai sogni notturni per parlare degli Ambrogini (che vengono decisi a metà novembre) al concerto solitario di Andrea Bocelli in Duomo nella domenica di Pasqua, dalle foto con il pass di Expo 2015 per ricordare i tempi d’oro a quella accanto a Sergio Mattarella per sottolineare che nemmeno il sindaco può andare dal barbiere: tutto appare decontestualizzato rispetto all’emergenza che viviamo.

E’ altrettanto innegabile che il sindaco sia un’autorità con le mani piuttosto legate in tema di sanità. Certo, i lettori di Mi-Tomorrow più volte incitano Sala a dedicarsi alla distribuzione delle mascherine o all’allestimento di posti letto per le quarantene: tutte cose che lo stesso sindaco fa e racconta nei suoi videomessaggi quotidiani sui social.

Il problema, però, è che in mezzo a tutto ci finisce sempre un annuncio un po’ ad effetto che mette in secondo piano (e purtroppo nella maggior parte della gente finisce proprio nel dimenticatoio) quel che ci si aspetta.

Non solo comprendo, ma condivido totalmente la preoccupazione del sindaco sul “dopo Covid-19“. Ricordo umilmente che questo è un quotidiano gratuito che si sostenta solo ed esclusivamente della pubblicità. Se l’economia non riparte, non ci sarà azienda disposta ad investire in comunicazione.

Quindi l’apprensione palpabile di Sala è anche la nostra. Tuttavia, c’è un tempo per tutto. Memori della scivolata su #MilanoNonSiFerma, gli orologi non segnano ancora l’ora dell’ottimismo.

Milano avrà la capacità di rinascere e lo farà con pazienza certosina. Adesso, però, piangiamo i morti, non i turisti che avevamo e che non torneranno più per un bel po’ di tempo.

la comunicazione di sala
la comunicazione di sala