Le solite bordate (a salve) anti e pro Sala

Beppe Sala
Beppe Sala

Sembra davvero che a fine giornata, ieri, Giuseppe Sala si sia lasciato andare alla constatazione di aver ricevuto più messaggi d’affetto e vicinanza per la sentenza del Tribunale di Milano che per la conquista delle Olimpiadi 2026. Ad ogni modo, la condanna in primo grado a sei mesi di reclusione, convertiti in 45.000 euro di multa, non ha smosso di un passo il sindaco, convinto com’è (e come è giusto che sia) di andare avanti. Almeno fino al termine del mandato, in scadenza nel 2021.Un altro fatto ampiamente prevedibile è che Sala non abbia fatto previsioni sulla sua ricandidatura. Non le faceva prima del verdetto del Tribunale, figuriamoci ora.

Eppure anche sui social di Mi-Tomorrow la giornata di ieri è andata in archivio come tra quelle più “roventi”. Tutti pronti a sparare sul sindaco, altri a difenderlo strenuamente, con qualche attacco pure al nostro giornale, da sempre e per sempre equidistante, reo – come al solito – di aver postato le dichiarazioni di Sala subito dopo il pronunciamento. L’accusa, stavolta, ci è piovuta addosso per non aver spiegato nei dettagli i motivi della condanna, peraltro ampiamente affrontati e discussi su Mi-Tomorrow da due anni e mezzo a questa parte.

Ad ogni modo, è bene allora riepilogare che l’inchiesta riguarda la cosiddetta “Piastra dei servizi” di Expo 2015, l’appalto più importante e rilevante per valore (272 milioni di euro). La Procura di Milano ha contestato a Sala, all’epoca commissario per l’Esposizione Universale, di aver assegnato irregolarmente la gara nel 2012 alla ditta Mantovani. Nel dicembre 2016 Sala si sospese addirittura per qualche giorno dalla carica di sindaco di Milano dopo esser stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di aver retrodatato due verbali relativi alle nomine della commissione aggiudicatrice (Mi-Tomorrow dedicò una copertina sulla scelta del primo cittadino). Nel frattempo, a Palazzo di Giustizia, c’è stata pure la cosiddetta “avocazione” del fascicolo, con la sostituzione dei tre pm titolari dell’inchiesta. La Procura della Repubblica chiuse la vicenda, la Procura Generale la riaprì per il falso ideologico.

La morale? La sentenza ha punito Sala, ma, allo stesso tempo, ne ha implicitamente elogiato l’operato perché senza quella “forzatura” probabilmente Expo non sarebbe partita. Con buona pace di tutti. Di qualunque colore politico. Chissà perché, infatti, nessuno (Cinque Stelle a parte) ieri abbia alzato la voce contro il sindaco? Anche questo è documentato sulla pagina Facebook di Mi-Tomorrow con la dichiarazione eloquente, quanto ineditamente pacata, del ministro dell’Interno, Matteo Salvini.