Maltempo a Milano: ho visto cose che voi forestieri…

maltempo a milano
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In questi giorni di maltempo a Milano ho visto cose che voi forestieri non potete neanche immaginare. Hipster che al posto del monopattino elettrico viaggiavano ai Bastioni di Porta Venezia con la tavola da surf e indossando rigorosamente una cerata gialla stile Greta Thumberg.

 

Ho visto automobilisti montare le gomme rain della Ferrari e fare a sportellate, in code interminabili, con l’auto vicina, manco fossero Verstappen ad una partenza di GP, solo per conquistare cinque centimetri in più di strada. Ho visto persone aspettare un treno, ma era più facile aspettare Godot che Trenord: alcuni eroici sono riusciti anche a vederlo arrivare, ma poi c’era il problema di un affollamento tale da impedire l’ingresso in carrozza, manco fosse una coda da Black Friday nei centri commerciali statunitensi.

Ho visto una signora provare a chiamare un taxi, ma probabilmente la sua telefonata verrà accettata alle 23.45 del 25 luglio 2024 (guai, però, a parlare di un aumento del numero delle licenze). Ho visto il fruttivendolo pugliese di viale Umbria uscire dal negozio ed esclamare: «Se Milano avesse lu mare sarebbe una piccola Bari». Ho visto gente da Riccanza optare per l’Hummer versione anfibia da sbarco come mezzo di locomozione, abbinato ad una sobria giacca finta militare.

Ho visto crollare un pezzo di soffitto in una scuola, per fortuna era notte e non c’era dentro nessuno. Ho visto una città ancora troppo inconsapevole dei propri limiti, che si ostina a cercare di fare tutto come al solito anche in situazioni di emergenza. Come se fosse inconcepibile, per i milanesi, prendere atto che di fronte ad eventi climatici e metereologici fuori dalla norma e difficili da controllare bisogna rallentare, talvolta fermarsi. Anzi, in questi casi, l’ostinazione aumenta. E diventa controproducente.


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