Misure per il coronavirus. Un’altra settimana a casa, altri sette (ormai sei) giorni di restrizioni e di misure per impedire che il coronavirus si espanda ulteriormente.
Misure per il coronavirus, le decisioni delle istituzioni
Come sempre, noi milanesi accetteremo le decisioni delle istituzioni e le applicheremo, con equilibrio e, si spera, senza entrare nel panico (che è il significato di #noisiamomilano, la campagna social di Mi-Tomorrow). C’è, però, una particolarità in questa situazione: siamo di fronte alla prima vera e propria epidemia nell’era social, dei siti di informazione e tg in onda h24.
Siamo bombardati di informazioni costantemente, molte delle quali spesso in contraddizione. Su questo specifico punto, inquietano, e non poco, certi scambi polemici tra alcuni esperti (medici, virologi, scienziati esperti del tema). Non è un bello spettacolo vedere persone del mondo della medicina e della scienza che dibattono in modo polemico tra di loro, a colpi di tweet, post su Facebook, interviste sui giornali e tv.
In questi casi, il dibattito e le divisioni tra scienziati ed esperti è più che mai necessario, ma dovrebbe rimanere nel recinto del mondo scientifico, non essere dato in pasto alle persone tramite social network e trasmissioni tv.
Perché è essenziale che poi, dopo il necessario confronto, le autorità sanitarie e scientifiche parlino una sola lingua ai cittadini, così come le istituzioni (e anche da questo lato molto si sarebbe potuto fare meglio).
Misure per il coronavirus, il nemico è il panico
Se invece siamo esposti a visioni differenti, talvolta in contraddizione, la nostra confusione (da non esperti ma da cittadini che vivono un problema e hanno paure, ansie, domande) aumenta e con essa il nostro nemico numero uno dopo il virus, cioè il panico.
Il coronavirus ci mette di fronte a uno dei temi della contemporaneità – ovvero il rapporto tra la scienza e i cittadini – e soprattutto il tema della comunicazione tra il mondo scientifico e le persone.
