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29. 03. 2024 08:29

La morte in “culla” di un nuovo Dpcm

Nell'attesa di un nuovo Dpcm la confusione regna sovrana. Ad essere colpite sempre le solite categorie. Si poteva fare di più e meglio?

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Solo alla fine di questa giornata scopriremo davvero che cosa potremo fare e che ci sarà vietato da domani. E’ l’effetto dell’ennesimo weekend trascorso tra il rincorrersi di voci, proposte e ipotesi.

Il punto di partenza di questa nuova settimana sembra essere un Dpcm che imporrà il coprifuoco ovunque dalle 18.00, con la conseguente chiusura di negozi e attività a partire da quell’ora. E lasciando in capo alle Regioni la responsabilità di istituire “zone rosse” e quindi eventuali lockdown.

Il problema è rappresentato da un decreto che viene già messo in discussione prima che veda la luce, esattamente com’è successo con gli ultimi tre dell’ultimo mese. Eppure ci avevano detto che per valutare gli effetti di un Dpcm come di un’ordinanza occorressero almeno due settimane. Qui, invece, si valuta già un provvedimento più restrittivo non appena ne viene emanato uno nuovo.

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Insomma, il caos che lascia aperte almeno quattro domande. Rivolte a tutti, sia alle istituzioni nazionali che a quelle locali. Perché in estate non si è assunto sufficiente personale medico e infermieristico? Perché non sono stati allestiti nuovi Covid hospital o strutture per la quarantena sul modello dell’hotel Michelangelo di Milano? Perché non è stato fatto nulla per far funzionare correttamente l’app Immuni (chi scrive ha ricevuto il giorno 31 ottobre una notifica di contatto con un positivo avvenuto il 19 ottobre)? Perché non sono stati stipulati accordi con le aziende di trasporto private per supplire ad una riduzione della capienza sui mezzi pubblici che peraltro ancora non c’è?

Abbiamo una sola risposta, finora: un ministro della Salute che si è speso per scrivere un libro di auto-celebrazione sulla gestione dell’emergenza Covid, prontamente ritirato dalla vendita prima che la vergogna potesse prendere il sopravvento.

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