Dai dati emersi nell’ultima settimana il traffico automobilistico in città è diminuito dell’11%. Un calo repentino dovuto, con pochi margini di dubbi, all’aumento vertiginoso del prezzo dei carburanti. Contestualmente, il Comune ha deciso, giustamente, di abbassare le temperature degli edifici pubblici. Stiamo entrando in una nuova fase, forse addirittura in una nuova epoca. La globalizzazione, come l’avevamo conosciuta fino a prima della pandemia, probabilmente è finita con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Il prezzo dei carburanti e la nuova austerità
In questo momento l’onda dello tsunami provocata dalla guerra è ancora al largo: prossimamente, quando arriverà a riva, scopriremo se l’onda è alta 1 metro o 20 metri. In ogni caso, ci saranno delle ripercussioni notevoli anche nella nostra vita quotidiana. E soprattutto nella vita delle città, in particolare Milano che di scambi internazionali si alimenta come ossigeno. Potrebbero cambiare molte altre cose anche nella nostra vita di tutti i giorni, se il conflitto durerà a lungo, se l’instabilità diventerà costante, se non ci saranno a breve sviluppi positivi in ambito diplomatico.
Bisognerà prepararci, come singoli ma soprattutto come collettività. Dovremo riscoprire forse un regime di “austerità” come quello successivo alla crisi petrolifera degli anni ‘70. Probabilmente ci sarà un’ulteriore accelerazione delle politiche volte al risparmio energetico e a un cambiamento degli stili di vita e di consumo in senso più sostenibile.
Come due anni fa con la pandemia, anche oggi con la crisi internazionale a fare maggiormente le spese saranno i ceti medio bassi, che vedranno aumentare il costo della vita e contemporaneamente potrebbero avere un peggioramento della situazione relativa ai posti di lavoro e al reddito. Anche su questo versante Milano deve ragionare già ora su come prepararsi ad affrontare problemi vecchi e nuovi, assolutamente inediti.
