Pronto soccorso, dentro l’emergenza: «Negli ospedali non ci sono più posti»

Il racconto dall’interno di un Pronto Soccorso

pronto soccorso
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«Stiamo esplodendo». A dirlo è un medico d’urgenza di uno dei più grandi ospedali di Milano. Uno di quelli che vive e lavora ormai da giorni all’interno di un Pronto Soccorso. «Questo virus colpisce tutti, certo gli anziani con pluri-patologie hanno più probabilità di non superarlo – racconta -. E’ dura, ma vedendo 10-12 coronapositivi al giorno non posso far altro che limitare anche i contatti con la famiglia a casa».

 

Pronto soccorso, come funziona la valutazione

E ancora: «Oggi è importante contenere il contagio quanto più possibile, soprattutto perché non ci sono più posti negli ospedali». Ma come funziona la valutazione dei casi? «Siamo obbligati a visitare in assetto da isolamento chiunque abbia febbre e/o tosse. Dopo la lastra ai polmoni, si decide se rimandare a casa in quarantena e ripresentarsi in pronto soccorso in caso di peggioramento o ricoverarlo subito con tampone».

A preoccupare sono le case di riposo: «Il contagio in quei casi è a tappeto». Infine il trattamento: «Proviamo dei cocktail sperimentati dai cinesi con vecchi farmaci per l’Hiv e altri per artrite reumatoide, oltre al supporto di ossigeno. Ma si va a tentativi».

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