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Milano
20. 04. 2024 13:34

Una proposta: perché non dedicare alle donne le case dell’acqua?

In città non ci sono monumenti dedicati alle donne. Un’assenza inspiegabile che stride con il grandissimo contributo che figure femminili di notevole statura hanno dato alla nostra comunità

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I monumenti sono la carta d’identità di una città. Ne raccontano la storia come i cerchi degli alberi. Gli strati del tempo si sovrappongono, si intersecano e l’insieme che si viene a creare è l’anima della città stessa.

Se pensiamo a Milano, questo è ancora più vero. Con quell’orgoglio ambrosiano che scorre come un fiume carsico. Eppure non ci sono, in città, monumenti dedicati alle donne. Un’assenza inspiegabile che stride con il grandissimo contributo che figure femminili di notevole statura hanno dato alla nostra comunità, in senso politico, sociale, economico, culturale, scientifico.

E che stride ancor più in confronto al ruolo che oggi le donne milanesi hanno saputo conquistarsi. Allora si potrebbe fare una modesta proposta. In molti parchi di Milano sono presenti ormai le case dell’acqua, in cui si possono andare a riempire le bottiglie di naturale e frizzante.

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Perché non pensare che ognuna di queste fonti o “sorgenti” sia dedicata a una donna che ha reso grande Milano, facendo delle case dell’acqua stesse dei monumenti? Si potrebbe fare ricorso a sponsor, coinvolgere le tante e i tanti giovani artisti (e anche non necessariamente giovani) milanesi.

Sarebbe un modo per abbellire la città, creando nuovi luoghi di interesse per cittadini, curiosi e turisti. Dopo le grandi crisi, le città hanno sempre risposto dando impulso alla bellezza, impegnandosi in opere e monumenti come strumento di ripartenza, per dare il segnale di una riscossa economica, sociale, culturale.

Sarebbe anche un modo per sanare una mancanza inspiegabile e imperdonabile per Milano. E quale elemento, così vitale, come l’acqua, può essere un veicolo per rendere il giusto omaggio alle milanesi di ieri, di oggi e di domani?

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