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28. 03. 2024 20:43

Al potere la fantasia che manca: l’esempio che può farci riflettere

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A Copenaghen non hanno solo un termovalorizzatore che non inquina e sopra cui si può sciare. Inventano soluzioni fantasiose anche in tempi di pandemia. In Danimarca infatti le scuole hanno riaperto, ma per farlo le istituzioni in collaborazione con gli istituti e le famiglie si sono inventate soluzioni innovative.

 

Scuole in Danimarca, l’idea di Copenaghen

La direttiva è molto chiara: svolgere le lezioni in luoghi il più possibile aperti e/o sufficientemente spaziosi da mantenere il distanziamento fisico tra alunni e insegnanti. Nella capitale danese la squadra di calcio di casa ha quindi messo a disposizione lo stadio. È possibile vedere il video dei bambini che frequentano le lezioni sugli spalti sul canale Youtube del club.

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Una soluzione che oltre a essere utile sarà sicuramente stata accolta in modo entusiastico dai bambini, a cui non sembra vero di andare a scuola nel posto dove giocano i loro beniamini. In Italia ci vantiamo spesso della nostra fantasia, ma essa si manifesta purtroppo solo nei circuiti esterni o alternativi a quelli della decisione pubblica.

Da noi vincono task force, diktat sindacalesi più che sindacali, immobilismo dei dirigenti, la burocrazia di un ministero (quello dell’istruzione) che pur avendo più dipendenti dell’esercito degli Stati Uniti non è ancora riuscito a mettere in piedi una benché minima strategia per far tornare i nostri figli a scuola.

Scuole in Danimarca, il confronto con l’Italia

Da noi la fantasia è bloccata da una macchina elefantiaca che per non correre rischi sceglie di non decidere, di rimandare, di non prendersi la responsabilità di scelte forti, dirompenti, coraggiose.

Se non si capisce, e pure in fretta, che oggi il virus si combatte anche usando l’estro, l’ingegno, tutta la capacità di invenzione che ci vantiamo di avere storicamente, perderemo anche questa battaglia.

Non ci sono bacchette magiche, per carità, ma da altre parti, almeno, ci provano. Senza dover passare da percorsi burocratici che invece di accelerare le decisioni le rallentano, affossano, sviliscono. Chi ci perde sono migliaia di bambini, studenti, famiglie. Hanno già aspettato abbastanza, non credete?

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